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"Si era resa necessaria una mobilitazione straordinaria, partita dai territori maggiormente esposti e approdata a Roma, per convincere il ministero del Lavoro a riaprire il tavolo sui benefici previdenziali per le lavoratrici e i lavoratori del settore rotabile ferroviario. Una delegazione composta da Rsu e strutture di Fim, Fiom e Uilm era stata ricevuta il 21 dicembre scorso, a margine del presidio nazionale, dalla sottosegretaria Francesca Puglisi, che si era impegnata all’apertura di un tavolo di confronto per giungere a una celere e definitiva soluzione. Confronto che, al momento, si è esaurito in un solo incontro - quello del 21 gennaio -, alla presenza di una folta delegazione istituzionale, in cui abbiamo di nuovo precisato i termini della vertenza, originata da una legge del 2016, che non trova applicazione, a partire dai lavoratori del bacino ex Firema, che dal 1° gennaio, oltre a non essere collocati in pensione, avendo esaurito tutti gli ammortizzatori a disposizione, sono privi di qualsivoglia copertura reddituale". Così Fiom, Fim e Uilm nazionali in una nota unitaria.
“Avevamo apprezzato, durante l’incontro, la determinazione del ministero circa l’individuazione di una soluzione in tempi brevi e ci aspettavamo, come dichiarato al tavolo, una riconvocazione in tempi brevi. Così non è stato. Nonostante i nostri ripetuti solleciti a oggi non siamo in presenza di alcun riscontro da parte della sottosegretaria, mentre gli emendamenti promossi da Cgil, Cisl e Uil nel decreto 'Milleproroghe' sono stati cassati. Non ci stiamo. Serve rispetto per gli addetti del settore e per i loro rappresentanti sindacali. Allora riparte la mobilitazione, con presìdi e richieste d’incontro presso le Prefetture, affinché si dia seguito agli impegni presi e si trovi, finalmente, una rapida e definitiva soluzione a questa annosa vertenza”, dichiarano Ferdinando Uliano, Pietro Locatelli e Andrea Farinazzo, responsabili nazionali per Fim, Fiom e Uilm.