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Una giornata di mobilitazione nazionale dei precari della ricerca. È quella che si tiene oggi (lunedì 17 luglio) in tutta Italia, lanciata da Fp e Nidil Cgil con lo slogan “Ricerchiamo stabilmente. La ricerca scende in piazza”. L’iniziativa giunge a conclusione della raccolta delle firme sulla petizione, iniziata il 24 maggio scorso, per la stabilizzazione dei 3.500 lavoratori precari dei 21 Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) e dei dieci Istituti zooprofilattici sperimentali (Izs). Finora si registrano quasi 10 mila adesioni, fra le firme raccolte on line e sui banchetti allestiti presso gli Istituti e nelle piazze.
La giornata vede l’organizzazione di manifestazioni e presìdi in tutte le città dove hanno sede gli istituti di ricerca interessati, cui seguirà la consegna ufficiale delle firme alla presidente della Camera Laura Boldrini. “Vogliamo portare all'attenzione dei cittadini e degli utenti i problemi di questi lavoratori, precari sottopagati, privi di diritti e tutele, con contratti a singhiozzo” spiegano Fp e Nidil: “Lavoratrici e lavoratori che da troppi anni sono tenuti fuori da un percorso di stabilizzazione, ma che, nonostante questa loro condizione, consentono all'Italia di rimanere fra i primi paesi al mondo per scoperte in questo campo, e soprattutto garantiscono ai cittadini di avere un'assistenza sanitaria di eccellenza e al passo con le innovazioni terapeutiche”.
Fp e Nidil Cgil sostengono che “portare la ricerca in piazza sia il modo migliore per dare risalto e valore a un lavoro precario, ma fondamentale per il benessere e lo sviluppo del nostro Paese”. Le categorie Cgil puntano a coinvolgere "l'opinione pubblica in questa nostra richiesta di riuscire finalmente a far comprendere a chi ne ha la responsabilità che occorre intervenire con soluzioni credibili”. L'obiettivo è l'apertura di un confronto con il governo “per trovare così le soluzioni migliori, in difesa della dignità del lavoro e a garanzia di un settore cruciale per il Paese stesso. Perché un Paese che si vanta di essere fra i grandi della terra deve farsi carico di chi in condizione precarie continua a fare in modo che ciò si realizzi”.