I lavoratori di RetItalia, che attualmente sono 38, si occupano di servizi informatici, come la pianificazione, sviluppo e gestione dei servizi, dei sistemi e delle applicazioni Ict, nonché della manutenzione e presidio delle facility informatiche presso l'Ice - l'Istituto per il commercio estero che, a sua volta, è al 100% del ministero dello Sviluppo economico.
RetItalia, che ha sede a Roma, è stata fino al 2014 società in house dell'Ice, per poi essere venduta a Gepin, nonostante quest'ultima fosse già in una crisi economica irreversibile. A febbraio 2015, i vertici aziendali della Gepin sono stati arrestati e messi sotto processo per bancarotta fraudolenta. Subito dopo tali vicende giudiziarie, RetItalia è stata acquisita dalla società Corvallis di Padova.
L'attuale commessa di RetItalia con Ice è scaduta il 15 luglio 2019 ed è stata prorogata fino al 14 gennaio 2020. Le attività sono state assegnate con un nuovo contratto pluriennale, tramite Consip, a un Rti composto da Leonardo, Sistemi informativi e Fastweb. Il 23 ottobre scorso RetItalia ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i dipendenti. Il 18 dicembre si è tenuto un incontro con le organizzazioni sindacali presso la sede di Unindustria, durante il quale il Rti ha riferito che le attività commissionate da Ice, all’interno del contratto esecutivo stipulato con loro, si limitano alla sola cyber security del parco informatico di Ice, attività che non ha alcuna corrispondenza con i servizi, la gestione e gli sviluppi necessari a Ice garantiti negli anni dai lavoratori di RetItalia.
Ieri si è svolto un secondo incontro presso l'assessorato al lavoro della Regione Lazio fra le Rsu di RetItalia Internazionale, i sindacati e le aziende del Rti subentrante a RetItalia, ma in assenza di rappresentanti di Ice e Mise, che continuano a negare la propria disponibilità, nonostante le reiterate richieste d'apertura di un tavolo di confronto al ministero da parte sindacale.
"Nel corso dell'incontro, è stata riproposta da parte delle aziende del Rti subentrante, come unica soluzione al problema occupazionale, la ricollocazione di un parziale numero di lavoratrici e lavoratori di RetItalia in agenzie di somministrazione lavoro in modalità staff leasing e tempo determinato. Rsu e sindacati hanno ribadito la loro contrarietà a una soluzione parziale e precaria. Nel prossimo incontro del 13 gennaio, ultima data utile per definire un accordo, ci aspettiamo che RetItalia accolga la nostra richiesta di utilizzare strumenti e ammortizzatori sociali alternativi al licenziamento e necessari per lasciare ulteriore spazio e tempo all'individuazione di nuove e più dignitose opportunità di lavoro per i dipendenti", si legge in un comunicato della Fiom.
"Infine, chiediamo, ancora una volta, che il Mise intervenga, non solo quale soggetto istituzionale terzo, ma si faccia parte attiva, in quanto responsabile attraverso Ice delle decisioni che stanno portando al possibile licenziamento di 38 lavoratrici e lavoratori, nell'individuare insieme a tutte le società coinvolte dalla vicenda soluzioni che garantiscano l'occupazione e la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori di RetItalia, che da trent'anni lavorano con competenza e professionalità per la progettazione, l'implementazione e il funzionamento dei sistemi informatici di Ice", conclude la nota dei metalmeccanici Cgil.