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Entro maggio prossimo, il ministero dei Beni culturali pubblicherà l’Elenco nazionale dei restauratori, una novità importante e attesa da migliaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore, che attendono da anni che venga riconosciuto loro il diritto alla qualifica, così come stabilito dalla legge. La notizia è arrivata nel corso dell’incontro al Mibact tra Carla Di Francesco, segretario generale, Alessandro Benzia, responsabile dei rapporti con le organizzazioni sindacali, e una delegazione di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che ha organizzato un sit-in davanti al ministero, al quale hanno partecipato un centinaio di restauratori provenienti da tutta Italia.
“Oggi finalmente siamo riusciti a sbloccare una situazione che si trascinava da tempo – dichiarano le segreterie nazionali dei tre sindacati –, dando così una risposta alle legittime richieste di questi lavoratori, che sono indispensabili per salvaguardare e valorizzare veramente il nostro patrimonio storico, artistico e culturale. I dirigenti del ministero hanno comunicato che l’enorme ritardo con cui la commissione, istituita ad hoc, sta valutando le richieste è dovuto alla inaspettata mole di documentazione - oltre 630.000 documenti -, allegata alle 6.351 domande pervenute. Dopo più di due anni e quattro rinvii, il Mibact ha finalmente deciso di potenziare la commissione esaminatrice con l’apporto di 12 persone reclutate all’esterno dell’amministrazione e impiegate a tempo pieno".
"Questo rafforzamento della commissione non può che accelerare l’esame della documentazione, rendendo possibile la pubblicazione dell’elenco entro la fine di maggio, come hanno riferito i dirigenti del ministero. Il decreto pubblicato a dicembre, infatti, prevede che la data ultima sia il 31 marzo, più 60 giorni di proroga. Noi ovviamente vigileremo perché questo termine sia rispettato, e contiamo di chiedere a breve un incontro per marzo, durante il quale fare il punto sull’esame delle domande. Sono ben 18 anni che i restauratori attendono il riconoscimento della qualifica – concludono le tre sigle –, ma solo nel 2015 si sono avviate le procedure con un apposito bando pubblico, e nel frattempo i lavoratori del restauro sono costretti ad accettare contratti al ribasso e a sottostare a continui ricatti, una situazione che per noi è gravissima e inaccettabile”.