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Una vicenda paradossale, quella dell’operaio saldatore della Fbm Hudson Italia di Terno d’Isola (Bergamo), alle dipendenze dell’azienda metalmeccanica dal 1992 e da anni delegato sindacale della Fiom Cgil. Licenziato nell'aprile 2018, lo scorso marzo era stato reintegrato dal Tribunale di Bergamo, ma il 15 aprile è stato licenziato per la seconda volta. Oggi (mercoledì 15 maggio) nello stabilimento si tiene lo sciopero di un’ora per ciascun turno (dunque dalle 13 alle 14, poi dalle 14 alle 15), con un presidio di due ore davanti ai cancelli (in via Valtrighe). L’astensione dal lavoro è stata indetta unitariamente da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil.
“Lunedì 8 aprile avrebbe dovuto essere il giorno tanto atteso della ripresa del lavoro”, spiega una nota sindacale: “Invece, il delegato si è visto convocare dall’azienda. Gli è stata consegnata una lettera di contestazione per fatti che risalgono a oltre un anno fa, quando ha avuto inizio questa vicenda”. Dopo che il primo licenziamento è stato impugnato dai legali della Fiom, lo scorso 25 marzo il Tribunale di Bergamo (in composizione monocratica, nella persona di Monica Bertoncini) si era pronunciato sulla causa, annullando il licenziamento e ordinando alla Fbm Hudson Italia di reintegrare il ricorrente nel suo posto di lavoro. L’azienda è stata anche condannata al risarcimento del danno nella misura corrispondente alla retribuzione globale di fatto dal giorno del licenziamento a quello dell’effettiva reintegra.
“All’inizio di aprile, venendo convocato dall’azienda, il nostro delegato pensava di avere informazioni sulla mansione che avrebbe ricoperto. Invece ha ricevuto una lettera di contestazione per fatti vecchi di un anno. Poi è stato licenziato”, commenta Fabio Mangiafico, componente della segreteria Fiom di Bergamo. “Eppure tutto è iniziato con una saldatura realizzata ‘non a regola d’arte’, pagata (per due volte) con il posto di lavoro, dopo ventisei anni in azienda”, conclude l’esponente sindacale: “La Fbm Hudson non rispetta le sentenze, oltre a non rispettare i propri lavoratori e il sindacato. Per questo si sciopera”.