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Forse è un record, ma ne avrebbero fatto volentieri a meno. I lavoratori della Stampi Group di Monghidoro (Bologna) sono giunti al 75esimo giorno di presidio. Una vertenza infinita, quella degli 84 lavoratori dell’impresa di stampaggio di materie plastiche, che dal 21 marzo scorso manifestano di fronte ai cancelli dell’azienda. Ma anche una vertenza davvero molto difficile: la società è stata posta in liquidazione, il 20 maggio scorso la proprietà ha annunciato l’apertura delle procedure per la mobilità, gli stipendi non arrivano da febbraio e i contributi di previdenza complementare sono in arretrato addirittura dal maggio 2015.
Una fiammella di speranza potrebbe accendersi nel pomeriggio di oggi (mercoledì 1 giugno), con la riunione del “tavolo di crisi” convocato presso la Regione Emilia Romagna, cui partecipano enti locali, Unindustria, Fim Cisl e Fiom Cgil di Bologna. Il gruppo Isaf, attivo nella lavorazione di lamiere, ha infatti mostrato interesse a rilevare la società (assieme a Mana di Lodi, cioè l’azienda che si occupa della commercializzazione dei prodotti), ma la trattativa con i vertici della Stampi Group, iniziata il 10 maggio scorso, non sembra ancora vicina alla conclusione.
La Stampi Group è dell’imprenditore lodigiano Elvio Turchetto: nel 2012 acquistò l’impianto lasciato vuoto dalla multinazionale Kemet, assumendo gradualmente i 96 ex dipendenti della società americana. La produzione partì nel 2013, ma già dall’anno seguente gli stipendi iniziarono a non arrivare più con regolarità. Questione che poi esplose a metà 2015, con i successivi interventi di cassa integrazione e contratti di solidarietà. La speranza, ora, è dunque legata al gruppo Isaf (con sede centrale a Ravenna e altri impianti a Imola, Forlì e Zola Predosa, per complessivi 300 dipendenti), da cui i sindacati si aspettano quella svolta che consenta di evitare i licenziamenti e riprendere l’attività.