Il Tribunale del lavoro di Ravenna ha emesso una pesante sentenza di condanna della Sicis di Ravenna, rilevando ben otto distinti elementi di comportamento antisindacale. Lo rendono noto in un comunicato Filctem Cgil e Uiltec Uil territoriali. I sindacati sono stati costretti “a passare alle vie legali a inizio estate, quando l'azienda aveva deciso non solo un ulteriore strappo al tentativo di instaurare normali relazioni sindacali tramite l'elezione della Rsu, ma aveva addirittura deciso di colpire e punire personalmente le coraggiose lavoratrici che si erano candidate per assumere questo ruolo. Persino le attiviste che avevano osato sostenerle nella campagna elettorale erano entrate nel mirino delle ritorsioni aziendali”.
Sicis è un marchio storico affermato e stimato della città di Ravenna e colloca le sue produzioni di mosaico in una nicchia di mercato estremamente interessante e profittevole. L'azienda, nei due siti produttivi cittadini, dà lavoro a circa 150 dipendenti, “ma presenta un’inimmaginabile distanza tra l'esteriorità aziendale e le condizioni di lavoro alle quali vengono sottoposti gran parte delle lavoratrici e dei lavoratori”, continua la nota.
Nel corso degli ultimi anni un gran numero di lavoratrici e di lavoratori si è rivolto alle organizzazioni sindacali per lamentare le pesanti condizioni di lavoro, le disparità di trattamento e alcune mancanze dal punto di vista della sicurezza. “Da qui è nata l'esigenza di dare vita a una Rsu in grado di portare sui tavoli tali questioni, alla quale l'azienda ha reagito con trasferimenti improvvisi delle candidate, ferie forzate e intimidazioni al personale, non esitando a utilizzare delle telecamere interne al fine di identificare i lavoratori votanti, richiedendo successivamente ad alcuni di loro il ritiro del voto dato. Tutte misure ben evidenziate dal giudice nel dispositivo di sentenza”, raccontano i sindacati.
Il Tribunale ha imposto alla Sicis di riconoscere la Rsu eletta, ritirare le sanzioni inflitte alle lavoratrici e annullare i trasferimenti.
“Proprio il procedimento di elezione della Rsu e i relativi strascichi giudiziari hanno indotto l'azienda a provvedere ad alcune indispensabili migliorie all'ambiente di lavoro nello stabilimento sito in zona Bassette. Le lavoratrici, già prima della sentenza, avevano affermato che qualora fosse stato anche solo questo il risultato, lo avrebbero considerato già rilevante, perché questa causa non mira ad affermare qualche cavillo contrattuale o a tutelare semplici prerogative sindacali, ma punta a ripristinare la dignità del lavoro, la sua sicurezza e salubrità, il diritto di avere una voce che possa interloquire con il datore di lavoro”, spiega la nota.
“Come parti sindacali vogliamo augurarci che questa sentenza costituisca un punto zero dal quale ripartire con reali relazioni industriali, che porterebbero sicuramente benefici non solo alle lavoratrici e ai lavoratori ma anche all'azienda. Proprio come accade ovunque nel comparto ceramico ravennate dove, lavorando assieme alle soluzioni, si sono superate anche crisi profondissime di produzione e mercato e varati significativi progetti di sviluppo. Un plauso speciale va rivolto alle lavoratrici, che assumendosi grandi responsabilità e dando un esempio di coraggio e caparbietà, stanno cercando di cambiare il volto del lavoro in azienda, non solo per loro stesse, ma per tutte le colleghe e i colleghi”, termina il comunicato.