"Anna Maria, 49 anni, 17 dei quali di onorata carriera nella multinazionale statunitense dell'abbigliamento Ralph Lauren. Nel tempo, su esplicito invito delle colleghe e dei colleghi, si è pure caricata del ruolo di rappresentante sindacale nell'ambito della Filcams. Diciassette anni, una vita, a dare con passione tutto il suo impegno, per ricercare la piena soddisfazione dell'azienda sul suo operato, sempre riconosciuto positivamente in tutti gli incarichi che le sono stati affidati. Poi, improvvisamente, mercoledì 24 febbraio, alle ore 16, viene convocata dal responsabile, presente il direttore 'calato' appositamente dalla sede milanese. Freddamente, le viene comunicata la soppressione del suo posto di lavoro e invitata a raccogliere le sue cose, perché già dal giorno seguente deve stare a casa: le saranno regolarmente retribuite le giornate di assenza fino alla conclusione del procedimento, ma che non si presenti più al lavoro". Così la Filcams di Bologna in un comunicato.

"Non avendo ricevuto alcuna comunicazione scritta, il giorno successivo la lavoratrice si presenta al lavoro, ma viene respinta. Ovviamente, le giornate pagate durante l'assenza imposta saranno detratte dal periodo di preavviso previsto dalle norme, per chiarire che non è una regalìa verso la dipendente. Come nei film americani, riempi lo scatolone con le tue cose ed esci definitivamente. Non si è neppure lontanamente ipotizzata una sua possibile ricollocazione, l'adibizione ad altro incarico, considerando la lunga esperienza maturata e la profonda conoscenza dell'azienda. No! Non c'è alcuno spazio, neppure le si consente di lavorare nel preavviso, quasi fosse diventata improvvisamente dannosa, pericolosa per l'azienda. Non ci è dato di sapere se effettivamente il ruolo di Anna Maria sia improvvisamente diventato inutile, ma certo è intollerabile la modalità. Assolutamente insensibile verso la persona, la sua famiglia, la sua dignità. la sua vita. Forse pure la modalità non è casuale, forse per la multinazionale è importante lanciare un messaggio a tutti i collaboratori: attenzione, mi posso liberare di ognuno di voi come e quando voglio!", continua la nota sindacale.

"Oggi, 26 febbraio, si è tenuta l'assemblea dei dipendenti, partecipatissima. Era permeata di solidarietà verso la collega, ma pure di tanta rabbia. Quotidianamente, ricevono messaggi dall'azienda che enfatizzano il valore della persona, il rispetto di ogni collaboratore, la valorizzazione del personale (cowolker, come si dice oggi), poi, invece, comportamenti di segno opposto. L'assemblea si è conclusa con un voto unanime. Nessuno contrario, nessun astenuto sulla proposta di aprire lo stato di agitazione, con la proclamazione di un primo pacchetto di 16 ore di sciopero. Tutti i lavoratori chiedono il ritiro del provvedimento e l'immediata apertura di un tavolo di confronto azienda-sindacati, sia sul caso in questione sia più in generale sulle prospettive future dell'azienda", conclude il sindacato.