La scuola è il luogo di incontro delle diversità, dei mille colori, del pluralismo, ma oggi ha avuto una sola voce. “Riforma sì, ma non così”. La buona scuola oggi era in piazza, in sette città, dove si sono ritrovati docenti, dirigenti, personale Ata, genitori, studenti, raccolti intorno ai sindacati più rappresentativi dopo avere chiuso le scuole per sciopero. Volti sorridenti di chi ama il proprio lavoro e di chi spera che lo studio gli dia delle chance, questo abbiamo visto in piazza, l’allegria di chi crede che cambiare è possibile, di chi ha molto da dire e pretende più ascolto. In piazza il mondo della scuola ha portato la passione, l’orgoglio, la competenza con cui affronta le mille difficoltà quotidiane, mai risolte da presunte riforme che si inseguono da più di 10 anni e si sono risolte in tagli, abbandono, precariato, incertezze e confusione. È strano che il presidente del consiglio e la ministra dell’istruzione non capiscano le ragioni di questo sciopero. Se guardassero bene i filmati delle manifestazioni vedrebbero l’anima della scuola che si è opposta a un provvedimento di legge senz’anima.

Roma“La scuola non è più disposta a essere presa in giro”, ha detto il segretario generale della FLC CGIL, Pantaleo, a Roma, “se vogliono davvero assumere 100 mila precari, facciano subito un decreto d’urgenza, altrimenti sono chiacchiere, e si discuta di più nel merito della riforma”. Anche sugli stanziamenti a favore della scuola di cui parla il Governo Pantaleo esprime dubbi: “Nel Def di soldi per la scuola non ce ne sono”.

Le sette piazze italiane hanno dimostrato oggi che la scuola non si fa ricattare né dividere: erano tutti insieme i precari storici e quelli delle graduatorie di istituto, i docenti e i genitori, i dirigenti e il personale Ata, e gli studenti, che il governo, appoggiato da alcuni opinionisti, blandisce dicendo che la scuola è la loro e non dei docenti corporativi e dei loro sindacati. La buona scuola è sempre nata sul campo, dalla collaborazione e dal consenso dei suoi attori, le migliori pratiche, le sperimentazioni più avanzate sono nate così, non da modelli autoritari e dai “presidi-sindaci” così cari al sottosegretario Faraone, non da competizioni che alimentano le disuguaglianze come la proposta di dare il 5xmille alle singole scuole invece che all’intero sistema.

Dopo anni di difficoltà e divisioni FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, Gilda, Snals si sono ritrovati insieme per chiedere una scuola migliore: riforme, investimenti, fine del precariato, rinnovo del contratto. Sindacati che raccolgono i consensi di un settore con 1 milione di addetti, che hanno proposte e idee sono una faccia importante della democrazia.

La giornata
Le piazze si vanno riempendo, mentre le scuole sono ferme per lo sciopero generale indetto dai sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda contro il ddl del Governo Renzi. A Roma, è partito il corteo che da piazza della Repubblica porterà i manifestanti fino a piazza del Popolo. Sono migliaia i lavoratori e le lavoratrici in piazza dietro lo striscione unitario dei sindacati di categoria che apre il corteo con la scritta: "Sciopero generale, l'unione fa la forza". In testa al serpentone sono presenti il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il segratario generale della Flc Cgil Domenico Pantaleo e quello della Cgil, Susanna Camusso.

Proprio Camusso ha parlato ai microfoni di Sky tg24: "Un governo che dice 'sono squadristi o non hanno letto', mi pare un governo che non ha argomenti. Qui c'è il mondo che la scuola la fa, il mondo degli studenti, il mondo degli insegnanti, il mondo del personale tecnico e e delle famiglie. Sarà una minoranza rumorosa del Paese, ma e' quella che costruisce il futuro del Paese". 

I docenti sfilano in corteo con i fazzoletti, per ora portati al collo, con la scritta "La buona scuola ci ha tolto la parola" e magliette bianche con la scritta "Il precariato nuoce gravemente". In piazza anche moltissimi studenti con i loro striscioni, come quello "I diritti si conquistano a spinta". 

Oltre a Roma si manifesta in altre 6 piazze italiane. Ad Aosta, Bari, Catania, Cagliari, Milano e Palermo. Alla base della protesta c'è l'urgenza di assumere il personale precario, che da anni garantisce il regolare funzionamento della scuola, su tutti i posti vacanti, ma anche la necessità di richiamare l’attenzione del Parlamento e di tutto il paese al grave rischio che si correrebbe approvando il ddl del governo così com’è o lasciando addirittura, ipotesi ancor più nefasta, che si andasse verso il decreto d’urgenza su tutte le materie contenute.

Nella notte prima dello sciopero sono entrati in azione gli studenti. Quelli di Rete e Udu hanno dato vita ad un flash mob davanti al Miur. Mentre Uds e Altra Scuola hanno esposto uno striscione sul balcone del Pincio, sovrastante piazza del Popolo a Roma con lo slogan "La scuola e la democrazia sono #nellenostremani".



Ultimo aggiornamento 16.56
(in collaborazione con www.flccgil.it).