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Di vertenze aperte in questo momento ce ne sono molte di più, ma queste quattro da sole vedono "ballare" ben più di mille posti di lavoro: parliamo di Alfasigma, Perugina, Froneri e Nokia. Realtà molto diverse, ma accomunate dalla volontà aziendale di procedere a pesanti "riorganizzazioni" che in sostanza vogliono dire taglio di posti di lavoro.
Sono ben 456 quelli annunciati dall'Alfasigma, importante azienda farmaceutica nata da appena tre mesi dalla fusione di Alfa Wassermann con Sigma Tau, il cui nuovo piano industriale prevede appunto la necessità di una riorganizzazione fondata sugli esuberi. I tagli, in particolare, dovrebbero colpire 274 informatici scientifici e 182 impiegati amministratori (di cui 138 nella sede della ex Sigma Tau di Pomezia, a Roma) suddivisi in tutte le sedi aziendali. La mobilitazione contro i licenziamenti ha visto un importante appuntamento la scorsa settimana con lo sciopero nazionale e un presidio sotto la sede di Assolombarda a Milano.
Anche i lavoratori della Perugina hanno scioperato e manifestato davanti ai cancelli della fabbrica mercoledì 27 settembre e torneranno in piazza per una grande manifestazione cittadina nel centro di Perugia sabato 7 ottobre. Qui i licenziamenti annunciati dalla multinazionale Nestlé sono 364, nonostante nel 2016 sindacati e azienda avessero siglato un accordo per il rilancio della fabbrica di cioccolato, con 60 milioni di euro di investimenti e la garanzia di nessun impatto sociale. Da segnalare che nei giorni scorsi i lavoratori hanno incassato un importante attestato di sostegno, quello dell'Arcivescovo di Perugia e presidente della Cei Gualtiero Bassetti.
E Nestlé è in causa anche nella terza vertenza aperta, quella della Froneri di Parma, dove 180 lavoratori fissi più una settantina di stagionali rischiano di subire le conseguenze di quella che l'azienda chiama "riorganizzazione della propria presenza operativa in Italia", ovvero la chiusura dello stabilimento parmigiano. Dopo l’annuncio dei licenziamenti, i lavoratori sono scesi in piazza sabato pomeriggio, davanti alla nota azienda di capsule di caffè Nespresso e torneranno a farlo prima martedì 3 ottobre (sciopero con manifestazione a Milano davanti alla sede di Nestlé) e poi ancora venerdì 6 ottobre (sciopero con attivo unitario dei delegati alimentaristi davanti allo stabilimento Nestlé di Parma, corteo verso la Prefettura e appuntamento dal Prefetto).
Giovedì 5 ottobre a scioperare saranno invece i lavoratori di Nokia che ha aperto una procedura di licenziamento collettivo per 115 lavoratrici e lavoratori. L'azienda, contravvenendo, secondo i sindacati, agli accordi sottoscritti anche dal ministero dello Sviluppo economico, ha dichiarato che intende licenziare tutti i lavoratori e non è disponibile a ricercare alternative non traumatiche con le organizzazioni sindacali. Per Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom Cgil, “è gravissimo quanto dichiarato dall'azienda al ministero del Lavoro. Il ministero dello Sviluppo economico, che aveva fatto da garante a quell'accordo, deve intervenire immediatamente sulla Nokia”. Il prossimo 6 ottobre, un giorno dopo lo sciopero, le parti torneranno ad incontrarsi al ministero.