"Le province italiane nuovamente in stato di agitazione. Il governo, con il decreto enti locali, assesta un nuovo durissimo colpo a questi enti agonizzanti. I tagli previsti dal governo (in realtà, un prelievo forzoso) non solo impediranno alle province di erogare servizi fondamentali per i cittadini (manutenzione strade, manutenzione edifici scolastici, trasporto pubblico locale, ecc.), ma porteranno gli enti a un dissesto indotto, che colpirà duramente le lavoratrici e i lavoratori, che si vedranno tagliare ulteriormente gran parte del salario accessorio e che potrebbero vedere a rischio anche lo stipendio (come già, purtroppo, accade in realtà del Sud, dove per mesi non è stato erogato lo stipendio)". Così la Fp Cgil di Siena e le Rsu in un comunicato.
 
"In Toscana – denuncia ancora il sindacato –, dove la situazione finora registrava una situazione critica, ma più sotto controllo, il decreto enti locali provocherà un aumento dei tagli (in forma appunto di prelievo forzoso) di oltre 41 milioni. Se tale decreto non verrà modificato in sede di conversione, tutte le Province toscane rischiano concretamente di andare al dissesto finanziario. Si tratta di una situazione intollerabile: è vergognoso e inammissibile che il governo stesso operi in maniera da strozzare i propri enti territoriali. Per tali ragioni, abbiamo indetto unitariamente per il 22 luglio una giornata di mobilitazione in tutte le province italiane. Nella nostra regione le iniziative si terranno contemporaneamente, a partire dalle 11. A Siena verrà effettuato un volantinaggio informativo rivolto alla cittadinanza in Piazza Matteotti".
 
"Chiediamo con forza ai parlamentari del territorio, ai consiglieri regionali, al presidente della provincia e ai consiglieri provinciali, ai sindaci e a tutte le forze politiche d'impegnarsi, affinché, in sede di conversione del decreto: vengano ridotti drasticamente i prelievi forzosi sul comparto delle province/città metropolitane, per evitare il dissesto di più della metà degli enti a livello nazionale; vengano tolte per le province e le città metropolitane tutte le sanzioni previste per lo sforamento del Patto di stabilità 2015, comprese quelle che causano la drastica diminuzione del salario accessorio; vengano previste norme adeguate per poter rinnovare i contratti a tempo determinato. Noi vogliamo salvaguardare i servizi ai cittadini e i diritti dei lavoratori, e in mancanza del raggiungimento di questi obiettivi la protesta salirà inevitabilmente di tono: i lavoratori e le lavoratrici delle province hanno già dimostrato grande capacità di lotta con le occupazioni contemporanee di tutti gli enti nel 2014/2015, se sarà necessario, lo rifaremo!"