Mobilitazioni, proteste, presidi e cortei, il 15 maggio è la giornata di lotta globale per le lavoratrici e i lavoratori dei fast food. In quasi tutto il mondo i “fast food workers” lavorano in pessime condizioni, con bassi salari ai limiti della soglia di povertà e la situazione non è più sopportabile.

La protesta, partita dagli Stati Uniti d’America, sta coinvolgendo diverse parti del mondo; oggi, 15 maggio, saranno circa 33 i paesi che hanno organizzato mobilitazioni ed eventi, tra cui Filippine, Corea del Sud, Marocco e Malawi, ed anche Argentina e Brasile.

L’azione globale, global action, - #FastFoodGlobal - è stata lanciata durante primo meeting internazionale organizzato a maggio a New York dallo Iuf, - International Union of Food, Agricultural, Hotel, Restaurant, Catering, Tobacco and Allied Workers’ Associationism - al quale hanno partecipato i rappresentanti sindacali dei lavoratori dei fast food di tutto il mondo.

In Italia, uno dei cinque paesi europei
che aderisce alla mobilitazione, la Filcams Cgil ha ribadito il proprio impegno a dare visibilità a questa importante e "storica" campagna di lotta durante le iniziative che si terranno il 16 maggio, in occasione dello sciopero nazionale del turismo.

“Nel nostro Paese,
le condizioni di lavoro all’interno dei fast food non sono buone e non esiste contrattazione integrativa” afferma Cristian Sesena che per la Filcams Cgil Nazionale ha partecipato all’incontro di New York.
“Già da un paio di anni, in contrapposizione a quanto pubblicizzato da molti famosi marchi internazionali, come Filcams abbiamo avviato un percorso per cercare di mettere in risalto la reale situazione dei lavoratori, per la maggior parte giovani, a part time obbligatorio, con una paga minima oraria inferiore agli 8 euro lordi”. (Negli USA si combatte per ottenere una paga oraria di 15 dollari - #fightfor15). In questa direzione, infatti, la Filcams Cgil ha lanciato la campagna di informazione e comunicazione “Faccia a faccia con la realtà”, concretizzatasi, tra le altre cose, con un blog www.fastgeneration.it (su twitter #fastgeneration) dove diversi lavoratori hanno voluto raccontare la loro storia ed esperienza.

In diverse città italiane, Roma, Milano, Torino, Firenze, Venezia, Bologna e tante altre ancora, le lavoratrici ed i lavoratori dei fast food si uniranno alle proteste degli altri addetti del turismo dei pubblici esercizi, che scenderanno in piazza per protestare contro il comportamento di Fipe (Federazione Pubblici Esercizi) che ha comunicato la disdetta dal contratto nazionale a partire dal primo gennaio 2015. Al loro fianco anche i lavoratori degli alberghi e dei tour operators di Confindustria, delle agenzie di viaggio di Fiavet, e quelli di Confesercenti tutti in attesa da più di un anno del rinnovo.