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Il processo Eternit bis finisce alla Corte costituzionale. Questa le decisione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino Federica Bompieri, che ha sollevato una questione di costituzionalità riguardante il “ne bis in idem”, ossia il principio in base al quale non si può essere processati due volte per lo stesso fatto. L’imputato, l’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, era stato prima condannato e poi prosciolto per prescrizione da una precedente accusa di disastro ambientale doloso, mentre stavolta l’accusa è di omicidio volontario di 258 persone (residenti ed ex lavoratori degli stabilimenti Eternit italiani), morte per mesotelioma pleurico causato dall'amianto. Il processo, dunque, viene interrotto in attesa della pronuncia della Consulta.
“La decisione non corrisponde alla realtà tanto storica quanto processuale della vicenda dell’Eternit” spiega una nota di Cgil, Cisl, Uil e Associazione familiari vittime amianto (Afeva): “Il procedimento conclusosi a novembre con la sentenza di Cassazione ha visto dichiarare prescritto il reato di disastro ambientale, mentre sappiamo tutti che le cause e gli effetti del disastro sono ancora in corso”. Vale la pena ricordare, continua il comunicato, che la stessa Cassazione, all’indomani della sentenza, aveva precisato che quel procedimento non riguardava i decessi delle persone ma appunto solo il disastro ambientale, non giungendo quindi a un giudizio assolutorio”. Ma, come dice il proverbio, non tutti i mali vengono per nuocere: “Questo periodo di sospensione consentirà alla Procura di presentare 94 nuovi casi, prevalentemente di cittadini di Casale Monferrato, purtroppo deceduti di recente. Inoltre, l’accoglimento della questione di legittimità costituzionale in questa fase evita che essa sia riproposta nelle fasi successive del procedimento; in altre parole, si può sperare che una volta risolta la questione di diritto, il procedimento possa proseguire spedito senza interruzioni fino alla conclusione”. Sindacati e Afeva concludono dichiarando di continuare “ad avere piena fiducia nella giustizia e nella lotta fino all’affermazione della verità attraverso una giusta sentenza”.
La Consulta, dunque, si esprimerà sulla legittimità costituzionale dell’art. 649 del Codice di procedura penale (che riguarda appunto il divieto di un secondo giudizio), nonché sulla conformità alle norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. “Riteniamo che non ci sia alcun contrasto con la Convenzione” ha detto il pubblico ministero Raffaele Guariniello, commentando la sospensione. La Procura di Torino approfitterà dell’allungamento dei tempi per contestare altri decessi legati all’amianto: svizzero: “Abbiamo trovato 94 nuovi casi di decessi - ha detto Guariniello - e questa sospensione ci dà la possibilità di aggiungerli a quelli già presenti al processo”.