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Quando la lotta alla povertà viola i diritti dei lavoratori stranieri. Per questo motivo l'Inca Cgil ha incaricato i propri legali di impugnare il provvedimento che ha dato attuazione al Sia (“Sostegno per l’Inclusione Attiva” - Decreto del ministero del Lavoro e delle politiche sociali dello scorso 26 maggio), istituito dall’art. 81, comma 32 Dl 25 giugno 2008 n. 112 convertito dalla legge 6 agosto 2008 n. 133”.
“Nella norma introdotta – sottolinea l'Inca –, il legislatore ha completamente ignorato le numerose sentenze delle Corti europee e dei Tribunali italiani che in tema di prestazioni assistenziali hanno riconosciuto il diritto di accesso anche agli stranieri, titolari di permesso di soggiorno di almeno un anno". Il decreto contestato ha dato avvio alle domande che devono essere presentate ai Comuni per i contributi che saranno erogati agli aventi diritto tramite la carta acquisti. “Il paradosso – sottolinea l’Inca - è che proprio questa fascia di popolazione, tra le più a rischio, è oggi esclusa da azioni orientate alla lotta contro la povertà, impegno prioritario della legge. “Ancora una volta – conclude l’Inca - il diritto dei lavoratori stranieri si trova ad essere rivendicato davanti alla Corti dei Tribunali anziché diventare prassi corrente nella stesura delle leggi e nelle azioni del Governo."
L'Inca ha incaricato gli avvocati Vittorio Angiolini e Luca Santini di ricorrere al Tar del Lazio per impugnare il provvedimento chiedendone la cancellazione del vincolo inserito nella norma.