Sono 1.250 i lavoratori postali di Palermo e provincia che chiedono l’individuazione di un percorso per il loro passaggio a full time attraverso “criteri oggettivi”. E in provincia di Palermo sono tre gli uffici postali a rischio chiusura su 25 destinati a calare le saracinesche in tutta la Sicilia.

La Slc ha avviato un ciclo di assemblee negli uffici postali per mettere a fuoco i problemi dei lavoratori precari da anni che chiedono di passare al tempo pieno, della sicurezza nelle sedi, delle condizioni di lavoro e per discutere dei contenuti del piano industriale presentato dalle Poste italiane. Stamattina un’assemblea si è tenuta nella sede di via Ausonia, ieri alle Poste centrali di via Roma e allo Sperone, il 12 a Termini Imerese, il 19 a Corleone.

“Un ciclo di assemblee che ci serve a incontrare tutti i lavoratori, ad ascoltare le loro richieste, per affrontare i problemi legati allo sviluppo dei servizi postali sul territorio e dell’e-commerce, per discutere di piano industriale e di contratto reale, come strumento essenziale per i lavoratori – dichiarano il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso e la nuova responsabile del settore Poste per la Slc Cgil di Palermo Monica Monteleone – I lavoratori ci hanno chiesto criteri certi nel passaggio dei lavoratori da part time a full time e luoghi di lavoro più idonei. In alcune sedi gli schermi dei Pc non sono protetti, non funziona l’aria condizionata, non vengono rispettate le pause lavoro, i bagni sono inadeguati, non ci sono le attrezzature per i disabili”. Presente al’incontro anche la Cgil di Palermo.

“La Cgil – ha detto Mario Ridulfo, della segreteria Cgil di Palermo - intende aprire una fase di ascolto dei lavoratori, iscritti e non, per mettere al centro l’unità dei lavoratori. E partiamo dalle Poste, una delle più grosse realtà produttive cittadine dove lavorano tra Palermo e provincia 3.500 persone e dove si respirano i segni di un cambiamento profondo nel mondo del lavoro e dove ancora una volta si discute di piani industriali in cui si tenta di risparmiare sul costo del lavoro”.