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“Da tutta Italia i lavoratori di Poste Italiane ci segnalano che alla retribuzione di settembre sono stati decurtati dall’azienda i 140 euro del bonus presenza anche a chi abbia aderito nel corso del 2011 ad una qualsivoglia giornata di sciopero.” Così denuncia una nota di Barbara Apuzzo della segreteria nazionale Slc Cgil.
“Si tratta di un ulteriore grave attacco ai diritti dei lavoratori perpetrato all’interno dell’azienda a rete più importante del paese – prosegue la nota. Un attacco che mina il diritto allo sciopero, sancito dall’art. 40 della Costituzione Italiana, e che si aggiunge alla mancata erogazione del medesimo bonus alle lavoratrici in astensione obbligatoria per maternità o agli infortunati. Per esercitare il diritto allo sciopero le lavoratrici e i lavoratori 'pagano' già con la mancata retribuzione della giornata lavorativa, cui Poste aggiunge un’ulteriore penalizzazione”.
“Al di là delle illegittimità formali – conclude Apuzzo - che si prefigurano anche attraverso un’applicazione retroattiva dell’accordo e una doppia decurtazione per la stessa motivazione, appare evidente che la questione assume un valore estremamente pericoloso dal punto di vista etico, politico e sociale: il ricatto economico non può rappresentare in nessuna circostanza un modello accettabile di gestione del dissenso o della protesta democratica. Confidiamo dunque in un immediato ripristino delle normali condizioni di applicazione delle norme e della legge e chiediamo l’immediata restituzione delle somme illegittimamente trattenute”.