"Sembrerebbe cosa fatta l'accorpamento dell'Autorità portuale di Marina di Carrara con La Spezia. Esisterebbero, si dice, diverse 'analogie' di carattere operativo e logistico alla base di questa scelta. Noi, da parte nostra, facciamo presente che non esiste un soggetto istituzionale, sociale, economico, sindacale, imprenditoriale, associativo e culturale sul territorio di Massa Carrara, che condivida questa scelta, sindaco di Carrara in testa". Così la Filt Cgil Toscana in un comunicato.
"Eravamo e siamo per l'Autorità portuale unica regionale, e cercheremo di ostacolare l'accorpamento tra Marina di Carrara e La Spezia, augurandoci che la Regione e il suo presidente facciano di tutto per tenere Marina di Carrara nel sistema portuale toscano, cosa che non hanno fatto (o non sono stati capaci di fare) finora. Lo scollamento dalle istituzioni regionali accresce i nostri tanti dubbi sulla capacità della riforma di dare risposte certe e strutturali. Lo stesso dubbio sembra cogliere il 'riformatore', visto che il decreto attuativo prevede già la possibilità di rimodulare nel tempo gli accorpamenti, in base ai risultati", prosegue la nota sindacale.
"Abbiamo sempre sostenuto la necessità di riformare il sistema di governo dei nodi portuali, magari in relazione con i sistemi logistici territoriali, di rivedere l’intrigo di elusioni della regolazione del lavoro portuale, delle sue specificità. Invece, siamo davanti non a una riforma oltremodo necessaria, bensì a una 'rimodulazione' dei sistemi di potere, nella direzione di un controllo centralizzato. Questa logica distorta non risolverà i problemi della portualità nazionale, non modernizzerà il sistema dei porti, nè lo integrerà. Ciò detto, siamo interessati agli aspetti della riforma legati al lavoro, e ai lavoratori che vengono volutamente bypassati, alla sicurezza sui luoghi di lavoro neanche citata, e pretendiamo che non si costruisca un modello di Autorità portuale senza contenuti", conclude la Filt regionale.