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Erano in tanti stamani mattina all'ennesima manifestazione. Nella giornata dello sciopero generale dei metalmeccanici indetto per l'intera provincia di Livorno, Piombino è scesa di nuovo in piazza in difesa del lavoro e chiedere certezze sul futuro del suo stabilimento siderurgico. Mentre è ancora avvolto nell'incertezza l’incontro di lunedì prossimo tra Aferpi e il ministro dello Sviluppo economico, annunciato come decisivo e già una volta rinviato, ma che ancora non risulta ufficialmente convocato.
Così oggi i metalmeccanici della provincia di Livorno hanno scioperato e si sono dati appuntamento a Piombino. In duemila hanno dato vita a una manifestazione per le vie del centro della città. Un lungo corteo, con in testa i segretari generali dei tre sindacati, Marco Bentivogli (Fim), Maurizio Landini (Fiom) e Rocco Palombella (Uilm), è partito dal cavalcavia dello stabilimento ex Lucchini per raggiungere il centro della città siderurgica. Alla testa del corteo anche un nutrito gruppo di studenti, a fianco degli operai per far ripartire un territorio che rappresenta il loro futuro. Anche i negozianti hanno scioperato, chiudendo dalle 9 alle 11. Il corteo si è svolto snodandosi per le vie della città, fino a raggiungere una delle piazze principali per i comizi conclusivi.
“Ci attendiamo — spiegano i sindacati — risposte dal governo sul progetto Cevital, sugli ammortizzatori sociali, sulla proroga della legge Marzano, sul finanziamento del piano industriale. La politica ha il dovere di governare, basta con le inadempienze dell’imprenditore e col tergiversare, qui è a rischio il polo siderurgico piombinese. Sta al governo decidere se si deve staccare la spina al progetto Cevital o continuare a crederci. Piombino torni a colare acciaio”.
I lavoratori chiedono al governo di decidere se staccare la spina al progetto di Issad Rebrab o continuare a crederci: in un modo o nell’altro, dicono, Piombino deve tornare a colare acciaio. Da oggi ha cominciato a girare anche il nome di Liberty House, la società di Sanjeev Gupta, che potrebbe sbarcare a Piombino come partner di Cevital nell'ipotesi di un piano B. Ma al momento l’unica buona notizia è che Aferpi ha ottenuto lettere di credito che consentiranno di acquistare la materia prima per far funzionare il treno di laminazione rotaie fino alla fine del 2017, dando continuità a questo settore della produzione. Restano fermi, però, gli altri treni di laminazione, Tmp (treno medio piccolo) e treno vergella. “Sono fermi ormai da molti mesi, non c’è alcuna prospettiva di ripartenza nell’immediato — dice il segretario generale Fim-Cisl Marco Bentivogli — In questo modo non si garantisce la continuità produttiva dell’azienda indispensabile per il mantenimento dei contratti di solidarietà”.
I sindacati, insieme alle istituzioni locali, chiedono al governo di intervenire, mettendo alle strette Rebrab. “Per la nostra area di crisi complessa sono necessarie risposte che vadano dalla proroga per un biennio della legge Marzano per i lavoratori passati in Aferpi, all’elaborazione di ammortizzatori sociali anche per i lavoratori dell’indotto — dice il sindaco Massimo Giuliani — Queste vertenze sono ferite aperte del nostro territorio. È compito della politica e di chi ha responsabilità di governo affrontarle e risolverle per il bene della comunità e dell’economia del territorio. Rebrab è inadempiente e dovrà il prima possibile rispettare il contratto e l’impegno preso con il nostro territorio e la nostra gente, altrimenti dovremo percorrere altre strade”.
“Stiamo assistendo oramai da due anni a continui rinvii e ritardi da parte dell’imprenditore algerino - aggiunge il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini -. In questa situazione è determinante il ruolo del governo che deve essere garante degli impegni presi con l’accordo di programma e l’atto di cessione a Cevital. La prossima riunione al ministero dello Sviluppo economico prevista per il 27 marzo dovrà essere risolutiva. Se non verranno delle risposte concrete porteremo la vertenza Piombino davanti a palazzo Chigi e chiederemo un incontro al presidente del Consiglio Gentiloni. È necessario che, così come per l'Ilva, il governo si impegni a garantire un futuro per Piombino, secondo polo industriale siderurgico del nostro paese”. Purtroppo però Aferpi non è stata ancora convocata e alla richiesta di spiegazioni il ministero non ha ancora dato risposte.