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Ci sono 84 famiglie di Perugia a rischio sfratto, 84 famiglie, fatte di anziani, disoccupati, disabili, bambini, che hanno avuto la “fortuna” di vedersi assegnare una casa dall’Ater, a canone sociale o a canone concordato, ma che poi nel corso degli anni hanno accumulato un debito insostenibile, dovuto alle spese condominiali, spese che gli inquilini, insieme al Sunia e alla Cgil, ritengono “abnormi e ingiustificate”. Stamattina (30 maggio), presso i locali della Cgil di Perugia, si è svolta un’affollata assemblea con i cittadini residenti nei due condomini (uno a Castel del Piano e uno a Villa Pitignano) per fare il punto della situazione e denunciare una condizione ormai insostenibile.
“Quando mi è stata assegnata la casa ero entusiasta – ha raccontato una delle inquiline presenti – oggi invece non vivo più per l’ansia e l’angoscia di questo debito e la paura di perdere la casa, il tutto per responsabilità che non dipendono certo da noi”. Gli inquilini sono, infatti, in regola, almeno nella stragrande maggioranza dei casi, con il pagamento degli affitti, ma hanno comunque ricevuto dall’Ater le lettere di sfratto a causa del debito accumulato per le spese condominiali, soprattutto negli anni passati, durante la gestione da parte di amministratori nominati dallo stesso ente pubblico.
E proprio l’operato di questi amministratori è oggi contestato fortemente dai condomini e dal sindacato. “Queste persone non chiedono altro che di poter pagare il giusto – commentano Rossano Iannoni e Cristina Piastrelli, per il Sunia, il sindacato degli inquilini – mentre non è accettabile che si carichino sulle loro spalle migliaia di euro derivanti da gestioni dissennate degli anni passati, come dimostra il fatto che, una volta nominati amministratori condominiali di fiducia, le stesse spese si sono dimezzate”.
La richiesta del Sunia, sostenuto dalla Cgil di Perugia e dallo Spi (all’assemblea hanno partecipato Vanda Scarpelli per la Camera del Lavoro e Luciano Campani del sindacato pensionati), è dunque quella di sospendere immediatamente le procedure di sfratto ed aprire un vero confronto sul debito, non solo con l’Ater, ma anche con Regione e Comune che hanno “forti responsabilità in questa vicenda”.
Il Sunia sottolinea inoltre l’assoluta necessità di rivedere immediatamente i canoni concordati, “che sono ormai fuori mercato” e denuncia l’atteggiamento di Ater nei confronti del sindacato, “considerato come un fastidio, nonostante la storia di questa regione sia caratterizzata da una collaborazione che in passato ha portato a una legge all’avanguardia in Italia”.
Intanto, le famiglie di Castel del Piano e Villa Pitignano sono determinate a difendere il proprio diritto alla casa e la propria dignità: “Qualcuno deve ascoltarci e venirci incontro – affermano - perché così non resistiamo più: non si può giocare con la vita delle persone”. Da parte loro, Cgil e Sunia avvertono: “Siamo pronti a difendere queste famiglie fino in fondo e metteremo in campo tutte le azioni necessarie perché questa assurdità senza precedenti approdi ad una soluzione giusta e umana”.