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Sul tema pensioni c’è “troppa confusione” ed “è inaccettabile un intervento sulle pensioni retributive”. Questa la posizione della Cgil, espressa con un tweet da Corso d’Italia, dopo che nella giornata di martedì 19 agosto si è riacceso il dibattito sul tema previdenziale, sulla scia delle ultime dichiarazioni del ministro del Lavoro, Giorgio Poletti sull'ipotesi di un contributo di solidarietà sulle pensioni alte.
“Se si parla di ricalcolo contributivo ci metteremo d'accordo, non siamo contrari. Ma se si affaccia l'ipotesi di intervenire sulle pensioni retributive allora per noi è inaccettabile”, spiega Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil. “Non è intervenire sui redditi delle persone normali che ci farà uscire dalla crisi. Piuttosto potrebbe esserlo il contrasto all'evasione contributiva”, aggiunge Lamonica. “C'è molta confusione su questo argomento, è una discussione vecchia. Aspettiamo di capire il governo cosa vuole”.
Per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, il piano dell'esecutivo appare come “una nuova tassa” perché “non si può intervenire sul pregresso”. Invece di intervenire sulle municipalizzate “mangiasoldi e abbeveratoio della politica - denuncia il segretario cislino - si scatena un meccanismo di tensioni sociali, di contrapposizione fra chi ha una pensione da 500 euro e chi da 2.500. Questa è una cultura becera, che deve finire”.
Sempre via Twitter arriva anche una prima risposta del presidente del Consiglio, che prova a spegnere l'incendio agostano: “I giornali di agosto sono pieni di progetti segreti del governo. Talmente segreti che non li conosce nemmeno il governo”.
Sul fronte politico, anche all’interno dello stesso Pd, però sono molte le voci che si alzano per contrastare l’ipotesi di intervento sulle pensioni. Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, avverte: “Sarebbe improponibile che per fare cassa si mettessero nuovamente le mani sulle pensioni del 'ceto medio'”. Dello stesso parere Stefano Fassina (Pd).