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“La ferita della riforma delle pensioni non si corregge con qualche ritocchino. È stato creato un sistema assurdo, il più rigido d'Europa, che sta bloccando sia il mercato del lavoro sia la vita delle persone. Ben venga ogni ipotesi migliorativa, però il punto è di sistema”. A dirlo è Vera Lamonica, segreterio confederale della Cgil, intervistata da RadioArticolo1 durante l'approfondimento quotidiano di Italia Parla (qui si può ascoltare il podcast).
Su questo tema, ricorda la dirigente sindacale, la Cgil ha elaborato una piattaforma unitaria insieme a Cisl e Uil sulla base di alcuni punti fermi. Anzitutto “garantire la pensione per i giovani: bisogna correggere il rigido sistema contributivo per dare la certezza che anche i precari, i part-time e gli stagionali alla fine la avranno”. L'altra grande questione è che i lavori non sono tutti uguali. “Non possiamo pensare di avere le persone a 67 anni sulle impalcature o le maestre degli asili nido che a 67 anni giocano con i bambini. Ci sono mestieri che rendono assolutamente poco credibili le soglie di pensionamento messe nella legge”.
Per adesso, però, sottolinea Lamonica, “non c'è nessuna interlocuzione” con il governo. “Speriamo si possa costruire, se non altro perché avvertiamo l'urgenza del tema se un ministro dice che rischiamo l'allarme sociale. Le persone che perdono il lavoro - aggiunge - devono avere la possibilità di andare in pensione se hanno un certo numero di anni di contribuzione. Bisogna ricordarsi che esistono i lavoratori precoci e gli esodati, la cui vicenda tra l'altro non è ancora chiusa perché rimangono fuori ancora alcune decine di migliaia di persone”.
Insomma, c'è bisogno di una risposta strutturale. E comunque, "dal punto di vista sindacale servirà un'iniziativa più forte, più diffusa, che determini l'apertura di questa discussione”, prosegue Lamonica. La Cgil ha chiesto a Cisl e Uil di incontrarsi per discuterne ancora. “Auspichiamo che il confronto produca un effetto positivo. In ogni caso, la Cgil una propria iniziativa la metterà in campo, ma penso che sarebbe giusto, corretto e necessario riuscire a determinare il quadro di una iniziativa unitaria”.
Intanto un confronto con il governo c'è e riguarda la governace dell'Inps. Di questo si parlerà oggi pomeriggio (29 gennaio) tra sindacati e ministero del Lavoro. “Il sistema di governance dell'Inps, un ente strategico per il paese, a parte le vicende di commissariamento oggi è assolutamente inadeguato. Quello di oggi è un incontro che chiedevamo da tempo". Quanto alla nomina di Tito Boeri come presidente, che dovrebbe essere perfezionata a giorni, “abbiamo apprezzato il fatto che sia finita la gestione commissariale, ma per noi in questione non non c'è la persona, c'è la necessità di aprire una fase nuova per un sistema assolutamente trasparente, autonomo e capace di far fronte ai compiti dell'istituto e di invertire la rotta". (mm)