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Le risposte sul fronte pensioni non arrivano e allora parte la macchina della mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil. I tre sindacati hanno annunciato oggi, 20 ottobre, l'apertura di una campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro per informare e confrontarsi sugli incontri in atto con il governo sui temi della previdenza e del mercato del lavoro. Le assemblee si svolgeranno a partire dalla prossima settimana fino alla prima metà del mese di novembre.
Dopo il varo della manovra, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, hanno scritto al presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni per ottenere un incontro sulla legge di bilancio ed in particolare sul tema della previdenza e del mercato del lavoro. Ma al momento non è arrivata alcuna risposta. Di qui la decisione di partire con le assemblee, che potrebbero essere il preludio ad una mobilitazione generale.
"Sciopero non è una parola abrogata”, aveva detto Susanna Camusso subito dopo il varo da parte del Consiglio di ministri della legge di bilancio. In diversi interventi e interviste rilasciate a vari media, la leader della Cgil ha poi ribadito che la manovra “favorisce le rendite e mantiene lo status quo”.
A preoccupare il sindacato sono in particolare i dati riferiti all'esito delle domande per l'accesso all'Ape sociale e all'anticipo pensionistico per i precoci, definiti di "una gravità estrema". Infatti, due domande su tre sono state respinte dall'ines. "L'istituto e il governo devono immediatamente porre rimedio ad una situazione incredibile nella quale lo spirito e la lettera delle norme vengono ignorati, impedendo così a decine di migliaia di persone di accedere alle prestazioni cui hanno diritto", ha detto il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, commentando quanto emerso dall'audizione alla Camera del direttore generale dell'Inps Gabriella Di Michele. "Ma oltre a questo, sarà necessario, per il prossimo anno - ha aggiunto Ghiselli - apportare delle modifiche sostanziali a questi strumenti per permettere a molti più lavoratori di poterne usufruire, in una condizione di maggior certezza procedurale e normativa".