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“Il governo deve convocare le organizzazioni sindacali per discutere della legge Fornero e di come mettere mano alla flessibilità, è una questione urgente. Hanno detto più volte di essere disponibili ad aprire questo confronto, non si capisce perché un tavolo non si apra davvero, fuori dagli slogan e dalle semplificazioni”.
Così Vera Lamonica, segretaria confederale delle Cgil, intervistata da RadioArticolo1 (qui il podcast) alla vigilia della riunione delle segreterie unitarie Cgil, Cisl e Uil di lunedì prossimo, 13 luglio. “Riprendiamo con gli altri sindacati - osserva - un confronto importante in una fase difficile. Pensioni e sanità sono due urgenze, c'è un programma di lavoro comune anche su questi temi”.
Un intervento da fare riguarda sicuramente i lavoratori precoci, coloro che hanno iniziato intorni ai 20 anni di età. “Bisogna mettere un tetto e consentire di andare in pensione quando si raggiunge una certa età di contributi, pensiamo che non si debba salire sopra i 41”.
Poi c'è il problema delle pensioni di vecchiaia: “Serve flessibilità, partendo almeno dai 62 anni, che però non comporti ulteriori penalizzazioni. Lo chiederanno il 18 luglio con una manifestazione unitaria gli edili. Si tratta di lavoratori che voglio vedere a 67 anni sulle impalcature dei cantieri, sotto il sole ad asfaltare le strade e così via”.
Due interventi che consentirebbero di avere una prima risposta alla riforma Fornero, ma “è chiaro che quella legge va rivista nel suo insieme perché è un sistema puramente assicurativo che non ha più alcuna solidarietà e ridistribuzione: favorisce i forti e indebolisce i deboli”, conclude Lamonica.