“'I dati sullo stato del trasporto nel Lazio ci incoraggiano a continuare sulla strada intrapresa da questa amministrazione regionale'". Così scriveva la regione Lazio in una nota di qualche mese fa, ai tempi della campagna elettorale. Purtroppo, pur riconoscendo alla Regione l’avvio di un percorso per il miglioramento del servizio, siamo costretti a constatare che molte delle disfunzioni del servizio lamentate dai pendolari permangono". Lo dice, in una nota, Livia Potolicchio, segretaria della Cgil di Roma e del Lazio.
"Le lettere che ci giungono da parte dei pendolari - continua - non sono assolutamente in linea con il livello di gradimento positivo registrato dai sondaggi della regione. Al contrario, in particolare nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto molte segnalazioni che riguardano pesanti disservizi, manutenzioni non eseguite o avviate senza garantire mobilità alternativa e quindi con pesantissime ricadute sui pendolari (come ad esempio sulla linea FL8). E intanto dei cantieri previsti non si vede neanche l'ombra, nonostante gli ingenti fondi per opere ferroviarie e stradali pubblicizzati per ogni dove e mai impegnati".
Qualcosa è stato fatto, aggiunge la sindacalista, "ma di certo non basta. Già nel passato le sollecitazioni dei comitati dei pendolari e dei sindacati sono rimaste quasi del tutto inascoltate, così come le loro precise richieste di intervento sulle linee, sulle stazioni, sugli orari e sulle scelte da fare oltre che sullo sblocco degli investimenti. A partire dall'accordo tra regione Lazio e governo, ormai due anni e mezzo fa, i quasi due miliardi e mezzo di investimenti previsti non hanno prodotto l'apertura di cantieri né hanno avviato il miglioramento di linee che ancora oggi, nonostante i lievi miglioramenti a livello complessivo, risultano agli ultimi posti nazionali".
"La Roma Lido - prosegue Potolicchio - non perde il primato di peggiore linea d'Italia, si procede con grave ritardo all'acquisto di treni adatti alle basse gallerie della linea Roma Rieti, la Roma Viterbo risente pesantemente dell'obsolescenza e non si parla più della possibilità di utilizzare la Tav per alleggerire il pendolarismo da Cassino. Non ci sembra questa una situazione che giustifichi ottimismo. In aggiunta la Regione non ascolta nessuno neanche quando, ad esempio, firma accordi con durata pluriennale molto impegnativi con il gruppo Trenitalia senza inserire i progetti seri, articolati e dettagliati elaborati dai comitati".
Inoltre "stiamo dedicando un’attenzione particolare alla linea Roma Napoli caratterizzata da continue e immotivate rotture di carico dei treni che provengono dalla Campania, dall’enorme sovraffollamento dei convogli che mette in grave pericolo l’incolumità dei passeggeri, dai ritardi che ogni mattina raggiungono e superano abitualmente i 30 minuti causando ulteriore sovraffollamento, da una gestione degli orari e una scelta delle fermate orientate soltanto a nascondere come per magia i ritardi ma non di certo i problemi dei pendolari".
"Alla Regione e a Trenitalia - conclude Potolicchio - ricordiamo che le proteste dei pendolari non sono un problema di ordine pubblico da risolvere con la forza, ad esempio come è successo stamattina nella stazione di Latina, ma un problema sociale che da troppi anni non trova neanche l’inizio di una soluzione. Chiediamo che il governo regionale convochi subito un tavolo di confronto sui trasporti e sul modello di mobilità, come richiesto da tempo dai sindacati di categoria, sblocchi al più presto i fondi dedicati e porti a compimento i progetti previsti, per rilanciare l'occupazione e per rendere almeno sufficiente lo stato del trasporto pubblico nel Lazio. Nel frattempo la Cgil, come sempre, sarà al fianco dei lavoratori del settore e dei pendolari per difendere i loro diritti con tutti gli strumenti a sua disposizione".