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Una delle tre giornate di mobilitazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, in programma il 10, 12 e 17 dicembre, sarà dedicata alla contrattazione, alla rappresentanza, al contrasto al fenomeno dei contratti pirata, ai rinnovi contrattuali in corso, che riguardano nove milioni di addetti del settore privato e oltre quattro milioni e mezzo di dipendenti pubblici. L’argomento è stato oggetto dell’intervista a Ivana Galli, segretaria confederale Cgil, oggi a RadioArticolo1.
“Quando parliamo di contratti, parliamo anche di diritti, di salario, un tema centrale, perché le buste paga dei lavoratori si sono di molto impoverite negli ultimi anni. Quindi, con la nostra mobilitazione, in particolare quella del 12 dicembre, vogliamo rimettere al centro proprio la questione salariale, affrontando anche la questione del dumping, legata non tanto al salario, quanto soprattutto ai diritti. Perciò, dobbiamo ripartire con una grande stagione di rinnovi per evitare che quasi 14 milioni di lavoratori siano senza copertura contrattuale, soprattutto in un momento di crisi profonda e di stagnazione nel Paese, con difficoltà quotidiane crescenti per le famiglie Italiane. È in momenti difficili come questi che il contratto firmato fa qualità, fa la differenza per il mondo del lavoro e per le sigle sindacali”, ha affermato la sindacalista.
“Stando ai dati del Cnel, in Italia abbiamo 885 contratti, meno di un quarto riguarda più di diecimila lavoratori, circa la metà è in attesa di un rinnovo. Non sono numeri normali da Paese normale, perché solo 220 dei contratti registrati sono stati sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil. Vi è una proliferazione di contratti e accordi che abbassano i diritti, i salari, la qualità del lavoro, tutte le indennità previste dal ccnl; in un una parola, fanno dumping. Alla fine, il peso di questi contratti pirata è molto più basso dei contratti sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil. Su questo, bisogna fare chiarezza e intervenire, affinchè il datore di lavoro non scelga il contratto più vantaggioso per lui, che si traduce in meno diritti e tutele per i lavoratori. Fra l’altro, negli ultimi tempi, stiamo assistendo a un’aggressione importante da parte di associazioni e sindacati che stanno facendo dare la disdetta ai ccnl sottoscritti dai confederali, per applicare contratti pirata all’atto della scadenza. Si crea così una disomogeneità e diversità a seconda del territorio, delle vere e proprie gabbie salariali”, ha rilevato la dirigente sindacale.
“Per quanto concerne la rappresentanza, abbiamo sottoscritto le convenzioni che riguardano le imprese associate a Confindustria e Confapi, e stiamo proseguendo per arrivare ad accordi con le altre associazioni datoriali che possono sottoscrivere un contratto nazionale in base a criteri che misurano gli iscritti, comparando il dato elettorale, i rinnovi delle Rsu. L’obiettivo è definire un ccnl leader, di riferimento, che farà la differenza della qualità dei contratti che si rinnoveranno. Noi crediamo che bisogna partire da qui, per poi arrivare a una vera e propria legge sulla rappresentanza, che prendendo a riferimento il Testo unico, le convenzioni e gli accordi che sono stati sottoscritti, vada a definire quali sono le organizzazioni maggiormente rappresentative, certificate, che possono sottoscrivere un contratto nazionale. Non si può pensare che nel nostro Paese si consenta alle imprese di applicare un contratto alla carta, ma soprattutto di precarizzare e introdurre delle gabbie salariali attraverso la sottoscrizione di contratti da parte di associazioni che non hanno la rappresentanza certificata. Dobbiamo arrivare necessariamente a una legge che dia titolarità all’organizzazione nel sottoscrivere un accordo, con percorsi di validazione delle piattaforme in andata e anche delle intese che si raggiungono, con la partecipazione dei lavoratori all’iter che porta a siglare un contratto nazionale. Il fine è creare un’autentica democrazia della rappresentanza in questo Paese”, ha concluso l’esponente Cgil.