Aiutare i cittadini e monitorare la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma. È questo il principio alla base dell'Osservatorio nazionale per una ricostruzione di qualità, inaugurato da Legambiente e Fillea Cgil. Tanti sono gli obiettivi dell'iniziativa, che vuole mantenere alta l'attenzione sulle zone terremotate, a partire dal tema della ricostruzione delle scuole, della necessità di una gestione virtuosa delle macerie finalizzata al recupero e al riutilizzo, nonché sul tema della qualità e della sicurezza del lavoro.

Per Legambiente e Fillea Cgil, le aree del cratere possono diventare un esempio virtuoso di ricostruzione sostenibile e innovativa, garantendo legalità e trasparenza e tenendo conto della sfide legate anche all’economia circolare. Una scommessa e una sfida che non si deve assolutamente perdere in tutta la penisola e che deve partire dalla messa in sicurezza delle scuole poste nelle zone 1 e 2 a rischio sismico su tutto il territorio, fissando obiettivi chiari negli interventi dell’adeguamento sismico e dell'efficientamento energetico per avere edifici adeguati alle esigenze delle persone che li abiteranno. Stando agli ultimi dati disponibili, nelle zone del cratere il 27% degli edifici scolastici risulta ancora parzialmente o temporaneamente inagibile, e il 6% è del tutto inagibile (dati dipartimento Protezione civile, aggiornati al 31 marzo 2017).

E anche i dati raccolti da Legambiente relativi all’anagrafe del Miur non sono molto incoraggianti: su 537 edifici scolastici presenti in 122 comuni del cratere (su un totale di 140), ben 90 (il 16,8%) non presentano nessun dato rispetto all’anno di edificazione. Dei restanti 447 edifici scolastici, il 66,4% è stato realizzato prima della normativa antisismica del 1974, il 32,3% fra il 1975 e il 2009 e l'1,3% dal 2010 in poi.

Per quanto riguarda gli interventi di messa sicurezza, questi sembrano essere un miraggio: il 60,7% dei comuni del cratere dove sono presenti scuole risultano non aver effettuato, negli ultimi anni, interventi. In particolare, su 537 edifici presenti solo l’1,5% ha beneficiato di interventi di adeguamento sismico. Per questo Fillea e Legambiente sostengono che "è urgente cambiare passo" e nell'attuale partita della ricostruzione post sisma "è necessario partire dalla riqualificazione del patrimonio edilizio". 

“L’Osservatorio nazionale – spiega Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil – vuole anche dare un sostegno alle amministrazioni pubbliche locali e alla cittadinanza, attraverso l'incentivo e la promozione di specifiche campagne informative e di sensibilizzazione rivolte a tutti, cittadini, sindaci, ma anche professionisti e imprese". Non solo. "L’Osservatorio vuole anche favorire  l’insediamento e la nascita di imprese in loco specializzate nella ricostruzione di qualità, nell’utilizzo di nuovi materiali a minor impatto ambientale e dei materiali di riciclo, nella gestione dei rifiuti, nella predisposizione dei depositi di materiali”.

Sulla stessa linea di Genovesi è Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente. Il terremoto, a suo avviso, "ci ricorda drammaticamente quanto sia urgente lavorare per la messa in sicurezza del territorio e del patrimonio edilizio, a partire dalle scuole, che possono diventare un grande cantiere di innovazione diffusa. L’Osservatorio, che abbiamo realizzato e pensato insieme alla Fillea Cgil vuole essere una sorta di sentinella del territorio per aiutare le comunità. Siamo convinti che una ricostruzione antisismica, energeticamente sostenibile e sicura si debba avvalere del coinvolgimento dei cittadini e deve essere capace di leggere le trasformazioni avvenute (ambientali, demografiche, tecnologiche, di bisogni), e intrecciarsi con politiche di sviluppo mirate capaci di favorire nuovi modelli produttivi ispirati all’economia circolare e all’efficienza energetica, in un rapporto positivo con il territorio, la propria storia, cultura e tradizioni”.

Il sito dell'Osservatorio