L'hanno deciso in assemblea: se entro pochi giorni non arriveranno risposte circa la ricapitalizzazione, i 50 lavoratori di Veneto Nanotech entreranno in mobilitazione, senza escludere iniziative di forte visibilità. La vicenda, infatti, è arrivata al capolinea: se entro fine mese, non verrà chiusa l’operazione per 2,8 milioni, lo scenario più plausibile sarà quello della messa in liquidazione della società.

“Ma neanche questa è una certezza – dicono i sindacati in un comunicato –. La Regione, quale socio di maggioranza di Veneto Nanotech, potrebbe adottare delle delibere, con un atto urgente, per permettere alla società di rimettersi in carreggiata e scongiurare così uno scenario di chiusura. I margini per un’azione di questo tipo ci sono, quello che manca è la volontà.  Ad oggi, solo un socio, la trevigiana Mbn Nanomaterialia, ha mantenuto l’impegno preso, in occasione dell’assemblea dei soci dello scorso 12 febbraio, in cui tutti i soci hanno proposto e approvato la ricapitalizzazione".

"Ma da tutti gli altri soci non è arrivata nessuna conferma: dove sono finiti gli impegni presi e le parole date? Che fine hanno fatto le lodi e i consensi per le attività della società? E l’innovazione e la ricerca nella nostra Regione? Politici di tutti gli schieramenti, rappresentanti del mondo economico regionale e autorità hanno espresso, anche nel recentissimo passato, apprezzamento per quanto fatto nei tre laboratori di Veneto Nanotech. Ma ora? E’ il momento delle decisioni e delle responsabilità", continua il comunicato sindacale. 

I dipendenti, quindi, chiedono ai soci, in particolare a Regione Veneto, fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Cciaa Venezia, Confindustria e Confartigianato Veneto (rappresentanti della realtà politica, industriale ed economica regionale), di mantenere i propri impegni, ricordando che la sostenibilità del sistema della ricerca non si può misurare solo con parametri economici, ma vanno aggiunti al computo i vantaggi creati per l’economia e l’innovazione del sistema produttivo”.

Inoltre, i lavoratori fanno presente che “da affrontare con urgenza ora c’è il gravissimo problema dei contratti. Su 49 tra dipendenti e collaboratori, 12 hanno un contratto in scadenza al 31 maggio, e altri 5 nei mesi successivi. Il mancato rinnovo comporterebbe la paralisi di tutte le attività di ricerca, con ricadute gravissime su progetti e commesse, che rischiano di rimanere incompiuti, causando gravi danni finanziari, d'immagine e una battuta d’arresto di tutta l’attività scientifica della società, già compromessa dalla fuga di 20 ricercatori che, nel frattempo, hanno scelto di lavorare in altre realtà, a causa dell’incertezza e paralisi di Veneto Nanotech".

Il danno, in questo caso, è ancor più grave se si considera che una parte considerevole di strutture come Veneto Nanotech risiede nel know-how del personale di elevata formazione ed esperienza sia in ambito di ricerca che in ambito imprenditoriale. Uno dei risultati positivi degli investimenti fatti in strutture e persone, investimenti che oggi rischiano fortemente di essere polverizzati, è che Veneto Nanotech – ricordano i lavoratori - lavora da oltre 10 anni con le aziende anche di calibro internazionale, venete e non, fa parte di numerosissimi network di ricerca scientifici ed è coinvolto in progetti di grande valore, avendone – per alcuni – anche la guida scientifica, a riconoscimento delle competenze e capacità da parte di soggetti stranieri e della Commissione europea stessa.

"Il problema rappresentato da Veneto Nanotech è in realtà solo la punta di un iceberg: il Veneto, seconda regione in Italia per quanto riguarda il settore manifatturiero, è tra i fanalini di coda per gli investimenti in ricerca e sviluppo. L’atteggiamento altalenante nei confronti di Veneto Nanotech è l’emblema della mancanza di una strategia ben definita, a sostegno del mondo industriale, in cui la ricerca rappresenta il perno su cui ruota il futuro sviluppo e la competitività. Bisogna ricordare anche che le strutture di ricerca, come Veneto Nanotech, sono elemento essenziale per veicolare i fondi europei (Horizon 2020) che altrimenti verrebbero persi”. Per tutto ciò, i lavoratori annunciano l’intenzione di avviare a breve iniziative di mobilitazione in mancanza di risposte entro pochissimi giorni.