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Il modello-Nardò come esempio a livello nazionale di accoglienza. È questo il messaggio lanciato dal presidente della Regione Michele Emiliano, che ha visitato il villaggio di accoglienza accompagnato dal sindaco Giuseppe Mellone. Un “modello” che se sarà tale, con buona pace di Regione e Comune, avrà una paternità ampia e condivisa: non si dovrà rendere merito a due persone, ma a tutti i soggetti istituzionali, delle forze dell’ordine, delle parti datoriali, dei sindacati e del terzo settore che da febbraio siedono intorno al tavolo prefettizio per migliorare il sistema dell’accoglienza di braccianti stranieri.
E se tale sistema potrà assurgere a “modello” sarà anche perché d’ora in poi l’accesso e la gestione del villaggio seguiranno un regolamento nuovo, più rispettoso della dignità e dei diritti dell’uomo. Altro che “questioni di dettaglio”, come il presidente della Regione ha frettolosamente liquidato la denuncia di Cgil e Flai, che al contrario hanno difeso libertà individuali e collettive, valori costituzionali e diritti universali dell’uomo. Il nuovo regolamento, approvato giovedì 9 agosto con il contributo di tutti i soggetti che siedono al tavolo prefettizio, cancella l’onta dello stigma e degli stereotipi presenti nel precedente documento. Il gruppo di lavoro ristretto, la cui costituzione è stata sollecitata dal viceprefetto Guido Aprea nell’incontro di mercoledì, ha cancellato ogni stereotipo razzista e regolamentato a norma di legge il sistema di sicurezza, proprio al fine di rendere la foresteria un luogo di accoglienza, non di detenzione.
L’intervento della Cgil e della Flai, dunque, lungi dall’essere questione di dettaglio, consente ora al “modello-Nardò” di poter circolare per l’Italia senza far vergognare il Salento e la Puglia per quella macchia rappresentata dal vecchio regolamento. Certo, la visita ha consentito di mettere in chiaro non solo le luci, ma anche le ombre del sistema-Nardò. La storia del migrante che vive all’esterno del campo e le foto di giacigli di fortuna, riprese dalla stampa locale, smentiscono, di fatto, la narrazione della realtà. Piuttosto confermano le preoccupazioni più volte manifestate da queste organizzazioni e indicano che il tavolo prefettizio è sulla buona strada, ma finché ci saranno migranti costretti a vivere in quelle condizioni non si potrà dire di aver trovato la soluzione definitiva al problema.
Valentina Fragassi è segretaria generale della Cgil Lecce
Monica Accogli è segretaria generale della Flai Cgil Lecce