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Sono 134.576 le domande presentate al ministero dell'Interno per la procedura di emersione per l'impiego irregolare di lavoratori stranieri. Il maggior numero è arrivato, nell'ordine, da Milano (19.055), Roma (13.815), Napoli (11.111) e Brescia (5.214). Il termine per la presentazione è scaduto alle 24 del 15 ottobre.
È il collaboratore familiare l'attività lavorativa più indicata nelle domande, sottolinea il Viminale. I moduli inviati totali con l'indicazione 'Collaboratore familiare' sono stati infatti 79.315, seguiti da quelli per 'Assistente a persona non autosufficiente' (33.458), 'Lavoro subordinato' (18.607) e 'Assistente a persona autosufficiente' (3.196).
Quanto alle nazionalità di chi ha presentato una domanda, al primo posto ci sono i cittadini del Bangladesh (15.770 moduli inviati totali), seguiti da quelli del Marocco (15.600), dell'India (13.286), dell'Ucraina (13.148) e del Pakistan (11.728).
"A giudicare da come è stato architettato e gestito questo provvedimento, è quasi un miracolo essere arrivati a queste cifre, ma ora serve una proroga”. Così nei giorni scorsi hanno commentato Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil e Pietro Soldini, responsabile immigrazione della confederazione a proposito dei tempi della regolarizzazione degli immigrati.
“Appena qualche giorno fa – spiega Lamonica – a nove giorni dalla scadenza dei termini, è giunto un parziale chiarimento su quali sono gli organismi pubblici che possono certificare la prova di presenza in Italia. Già solo questo renderebbe necessaria appunto la proroga della scadenza ed è inaccettabile che a tale richiesta il governo non risponda. Ciò significa che un consistente numero di immigrati rimarrà irregolare, e continuerà ad essere vittima di lavoro nero e super sfruttamento”.