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Due milioni di persone in piazza dopo le stragi di Parigi. Una marea di persone che rinforza il dibattito internazionale sui temi delle migrazioni e dell'incontro tra popoli. Temi che però vengono sempre più spesso legati alle questioni relative alla sicurezza nazionale. La Francia vorrebbe rimettere mano all'accordo di Schengen, quello che garantisce la libera circolazione delle persone all'interno dei confini dell'Unione. Secondo Sally Kane, responsabile del dipartimento politiche dell'immigrazione della Cgil nazionale, però, si tratta di “un dibattito sbagliato”. Non è chiudendo le frontiere, impedendo alle persone di circolare liberamente che si affronta il tema del terrorismo. Che va invece affrontato con una collaborazione degli stati, permettendo i governi di capire come si muovono le persone e non impedendo alle persone di arrivare”, ha detto Kane ai microfoni di Italia Parla su RadioArticolo1.
“I governi dovrebbero mettere il tema dell'integrazione al centro delle loro politiche - ha continuato - perché il mondo è globale, le persone si muovono, così come l'informazione tramite internet, così come i capitali. Quindi le persone dovrebbero potersi muovere tranquillamente. Sarebbe bene adottare una politica di integrazione in tutta Europa, in cui si riconoscono i diritti universali per tutti i cittadini del mondo. Fa riflettere il fatto che i giovani attentatori di Parigi fossero cittadini francesi, di origine straniera ma francesi da generazioni, e residenti in Europa. Questo ci dice che forse quello che sta fallendo in Europa è proprio il meccanismo con cui interagiamo e quindi integriamo gli altri. Il problema dell'integrazione è chiaramente nelle banlieue parigine”.
Tornando all'Italia, il 2014 ha segnato l'epilogo della missione Mare nostrum, voluta dall'Italia per soccorrere e salvare i migranti, mentre le questioni sul diritto alla cittadinanza e al voto sembrano scomparsi dal dibattito pubblico. “Temi che - ha affermato la responsabile immigrazione di Corso d'Italia - restano invece per noi della Cgil fondamentali. Se oggi parliamo di un'immigrazione strutturale, di seconda generazione, di 800.000 bambini immigrati nelle scuole italiane che rappresentano quasi il 12% della popolazione scolastica, vuol dire che si tratta di temi prioritari. Così come prioritario è il lavoro, che come Cgil abbiamo posto al centro della nostra battaglia per tutti. Un lavoro decente, qualificato, un diritto universale. Vogliamo una politica del lavoro inclusiva, quindi per immigrati e italiani insieme”.
“La Cgil è in campo - ha concluso Kane -, e questa sarà una lunga stagione di mobilitazione, perché ancora non abbiamo avuto risposte. Il governo continua ad adottare politiche che non creano nessun posto di lavoro, quindi noi continueremo la nostra mobilitazione. Come si è visto il 25 ottobre, e con lo sciopero del 12, c'è stata una forte partecipazione dei migranti. E questo perché la Cgil, in questo momento, è l'unica organizzazione capace di parlare al paese dei veri problemi e delle soluzioni che potrebbero adottare i governi per risolverli. Non solo in Italia ma anche nel resto dell'Europa”.