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“Le parole non bastano più per descrivere quello che accade. Se guardassimo uno per uno in faccia quei ragazzi così giovani, le donne e bambini disperati in fuga che muoiono così, la parola giusta per l'Europa e purtroppo, in questa fase, anche per l'Italia, è vergogna”. A dirlo è Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commentando ai microfoni di RadioArticolo1 l'ultima tragedia dei migranti avvenuta nel Canale di Sicilia (qui il podcast).
A motivare la sua indignazione è il passaggio dall'operazione Mare Nostrum a Triton. “Sin da quando fu deciso - osserva - sapevamo che avrebbe avuto conseguenze negative. Mare Nostrum era una missione di soccorso umanitario, operava al di fuori dei confini delle acque territoriali, aveva navi con a bordo presidi ospedalieri. L'altro giorno 29 persone sono morte a bordo dei mezzi della Guardia costiera che, per carità, ha fatto un lavoro straordinario, ma purtroppo quelle imbarcazioni non erano attrezzate al soccorso sanitario”.
“Triton - prosegue Lamonica - è una missione di controllo delle frontiere e opera a sole 30 miglia dalla costa con mezzi e strumenti non adeguati. Fu una risposta ipocrita dell'Europa e il governo italiano fece finta, con una decisione anche questa ipocrita, che fosse una svolta, ce l'hanno venduta così. Oggi persino l'Europa ammette che la missione è inadeguata. E nel frattempo non si è fatto nulla su come intercettare i profughi prima che si mettano in mare, nelle mani di scafisti e trafficanti”.
È dunque in sede europea che va ripreso il confronto. “Le prime misure da mettere in campo sono gli aiuti umanitari da offrire prima che le persone si mettano in mare, altrimenti siamo all'indifferenza, alla dimostrazione che l'Unione europea non esiste in quanto unione politica”. Nel frattempo, però, l'Italia non può stare a guardare. “Non ci pare, per la verità, che la battaglia del governo sia stata decisiva, tutt'altro. Se ti adatti a costruire un programma come Triton hai chiaro quello che succede. Solo per dare un numero, Mare Nostrum aveva il triplo delle risorse. Noi ci auguriamo che il Consiglio d'Europa cambi strada, che il ministro degli Esteri europeo Federica Mogherini provi davvero a invertire la rotta, ma l'Italia non può stare a guardare”.
Intanto, sottolinea l'esponente della Cgil, “si faccia carico di una missione umanitaria di salvataggio e soccorso in mare. Noi pensiamo che sia un valore etico dell'Italia, un presupposto, una cosa che non si fa né per calcoli politici, come purtroppo è avvenuto, e neanche per un calcolo economico. Sarebbe il caso che presidente del Consiglio, che è così in grado di decidere quando vuole, su questo tema mettesse in campo una decisione all'altezza del problema e del disastro umanitario che abbiamo davanti. Poi certo, è evidente che Mare Nostrum non è la soluzione, ma di certo è una risposta straordinaria di emergenza”.