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A partire dai prossimi giorni dovranno percorrere quotidianamente cento chilometri (tra andata e ritorno) per andare a lavorare. Sono i 500 lavoratori dei due siti Mediamarket-Mediaworld di Curno (Bergamo), che sono stati trasferiti a Verano Brianza (Monza), dove si insedierà la prossima sede amministrativa della società. Una decisione arrivata a metà febbraio, che vede oggi (lunedì 11 giugno) un incontro tra azienda e sindacati per favorire al massimo questo spostamento. “Ci aspettiamo un accordo che risponda alle istanze dei lavoratori, che dal trasferimento subiranno un disagio notevole”, spiegano i bergamaschi Mario Colleoni e Nicholas Pezzè (Filcams Cgil), Terry Vavassori e Alberto Citterio (Fisascat Cisl).
“Sarà fondamentale – illustrano gli esponenti sindacali – che l’azienda recepisca le nostre proposte in materia di smart working, flessibilità in ingresso e uscita, sostegno in materia di conciliazione tra vita privata e lavoro. Riteniamo necessario che vengano limitati i disservizi per madri e lavoratori part time che, da un giorno all’altro, si troveranno a dover percorrere più di cento chilometri a fronte di un reddito non sicuramente elevato”. Altrettanto importante, proseguono i rappresentanti di Filcams e Fisascat, sarà rispondere “alle problematiche di lavoratori e lavoratrici che in Brianza non riusciranno ad arrivare. Fino ad ora l’azienda non ha, purtroppo, mostrato la volontà di sostenere l’esodo di queste persone: ci aspettiamo che si verifichi un’apertura anche su questo punto”.
Mario Colleoni, Nicholas Pezzè, Terry Vavassori e Alberto Citterio si dicono anche “sorpresi per la mancata presa di posizione da parte delle forze politiche locali a fronte di uno spostamento di massa verso l’area brianzola”. Gli esponenti sindacali ricordano che “Mediamarket è uno dei primi gruppi per fatturato presenti in provincia di Bergamo. Riteniamo vitale che la politica resti vicino alle persone non solo durante la campagna elettorale, ma nella quotidianità, cercando di comprendere quelle che sono le difficoltà da affrontare. È importante che la politica torni ad avvicinarsi alle periferie dove la maggior parte delle persone che noi rappresentiamo vivono e costruiscono relazioni”.