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Stamani (1 luglio) è stato rinnovato, a quattro anni e mezzo dalla sua scadenza (fine 2010), il contratto nazionale del trasporto marittimo. A siglarlo, i sindacati di categoria, Filt Cgil, Fit Cisl e Uil trasporti Uil, assieme alle controparti datoriali Confitarma (in rappresentanza degli armatori privati), Fedarlinea (riunisce le compagnie dei traghetti di linea), più le due federazioni dei rimorchiatori (Assorimorchiatori e Federimorchiatori).
Si tratta del primo contratto unico del settore, che raccoglie in una parte comune i tredici precedenti accordi, raggiungendo l’obiettivo di avere un unico ccnl per l’industria dell’armamento italiano, la seconda per fatturato in Europa, che comprende 64.000 addetti (dei quali 8.000 amministrativi, mentre dei restanti 56.000, 34.000 sono italiani e 22.000 extracomunitari). La decorrenza contrattuale sarà dal 1° luglio 2015 fino al 31 dicembre 2017. "Oggi è nato il contratto nazionale del trasporto marittimo – afferma Nino Cortorillo, segretario nazionale della Filt –, che unifica il mondo del lavoro e delle imprese. È un ccnl che tiene insieme tutto il settore, mantenendo le parti specifiche".
"Rinnovare il contratto non è stato affatto facile – ricorda Maurizio Colombai, della Filt nazionale –, per il fermo e prolungato proposito, espresso dagli armatori, di non voler firmare alcun contratto a causa della crisi e della conseguente mancanza di disponibilità economiche. Inizialmente, di fronte a questo rifiuto, abbiamo fatto una valutazione congiunta sul mantenimento dei livelli occupazionali. La trattativa contrattuale è iniziata a luglio 2014, solo dopo la proclamazione da parte nostra di uno sciopero nazionale. A quel punto, le controparti, hanno deciso di aprire il tavolo e si è entrati nel vivo della discussione a partire dal settembre scorso. Essere arrivati ora alla conclusione del negoziato, dimostra che il rapporto unitario è stato indispensabile”.
Dal punto di vista normativo, “l’accordo risponde alla forte domanda di semplificazione e razionalizzazione in un panorama contrattuale nazionale altamente frastagliato – sostengono ancora le tre sigle –. Nel nuovo testo si mettono anche le basi per un’ulteriore garanzia di stabilità sulle varie forme di precarietà esistenti nel mondo marittimo, a partire dalla nuova disciplina relativa all’ingresso nelle imprese degli allievi ufficiali italiani”. "La parte normativa ha avuto alcuni ostacoli – osserva Colombai –: non è stato agevole parlare di semplificazione contrattuale a delle controparti sempre in contrasto fra di loro, soprattutto sul fronte delle politiche associative. Il nostro obiettivo era di ridare dignità al lavoro marittimo, e nel contempo, di attualizzare i nostri ordinamenti ormai obsoleti sul piano internazionale. In particolare, l'accordo sugli allievi ufficiali permette di dare una risposta occupazionale importante: grazie a quell'intesa, migliaia di giovani potranno essere avviati a un percorso di stabilizzazione". "È un contratto che sta nell'economia globale e norma le condizioni dei marittimi, sia italiani che extracomunitari, che operano sulle navi del registro italiano", aggiunge Cortorillo.
Dal lato economico, invece, “con la parte relativa al recupero salariale, che supera i dati relativi all’indice Ipca, con un aumento in due anni e mezzo del 5,7% sulla paga base, corrispondenti a circa 80 euro sul minimo tabellare e un trascinamento in positivo anche sugli altri istituti economici della stessa busta paga, si proietta il settore marittimo verso una prospettiva di effettiva tutela del salario”, secondo le organizzazioni di categoria. "Abbiamo cercato e raggiunto un congruo recupero salariale – osserva Colombai –, cercando di tutelare le figure più basse con un'una tantum per tutti, non riparametrata, di 500 euro, oltre agli aumenti, che arrivano fino a 150 euro ai livelli più alti, per effetto dei trascinamenti e dei meccanismi di ricalcolo salariale. Questo, anche alla luce del fatto che abbiamo saltato un'intera vigenza contrattuale". "Gli aumenti economici ottenuti – rileva Cortorillo – rappresentano una risposta al mondo del lavoro, in un periodo di crisi economica del settore".
Nel corso della conferenza stampa sul rinnovo del ccnl, che si è tenuta oggi pomeriggio a Roma, dalle ore 15 in poi, presso la sede della Uiltrasporti (via di Priscilla, 101), i sindacati di categoria hanno anche fatto un'analisi complessiva del comparto marittimo italiano. "Il settore – ha sottolineato Colombai – soffre per la contrazione dei mercati, sempre fluttuanti e altalenanti, anche per l'effetto della situazione geopolitica nel Mediterraneo, a seguito degli attentati terroristici, come quello in Tunisia della settimana scorsa, che avrà di sicuro ripercussioni negative nell'immediato. Con un'adeguata politica di sostegno, l'armamento italiano potrebbe essere un settore trainante per la nostra economia, ma da troppi anni si va avanti nel disinteresse generale dei governi".
Entro il 20 luglio si terrà la consultazione tra i lavoratori per la validazione del contratto.