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Mettere l’Isee al centro delle politiche di sostegno e sviluppo, prevedendo un’applicazione più estesa dell’Indicatore della situazione economica equivalente. È questa la proposta lanciata dai Centri di assistenza fiscale, anche in vista delle riforme che sembrano delinearsi. Una proposta che poggia anche su quanto affermato dalla Corte dei Conti sin dal “Rapporto 2014”: la Dichiarazione sostitutiva unica rappresenta la risposta immediata al superamento dell’attuale incapacità dell’Irpef a intercettare le esistenti condizioni economiche dei cittadini, a causa dell’esclusione di particolari redditi (per disposizioni di legge o per evasione o elusione fiscale) o dal loro insufficiente rilevamento.
“A guidarci in un contesto difficile quale quello attuale, ma permeato anche da ampie aspettative, devono essere i principi dell’equità, della trasparenza, della semplificazione”, spiega Mauro Soldini, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil e coordinatore della Consulta nazionale dei Caf: “Perciò riteniamo che, in più ambiti dell’attuale manovra fiscale, possa trovare applicazione l’utilizzo della prova dei mezzi che, attraverso l’incrocio ‘automatizzato’ del dato relativo al patrimonio mobiliare con le autocertificazioni del cittadino, in sede di presentazione della Dichiarazione sostitutiva unica ha permesso l’emersione di valori spesso non dichiarati, prima della riforma, rendendo di fatto l’Isee più affidabile e veritiero del solo dato reddituale”.
Il primo “nuovo” utilizzo va di pari passo con il dibattito pubblico in corso sui criteri di aggiudicazione e i mezzi di verifica per il diritto al prossimo “reddito di cittadinanza”. La Dichiarazione sostitutiva unica (autocertificazione del cittadino, compilata e trasmessa telematicamente dai Caf e asseverata dall’incrocio delle banche dati di Inps e Agenzia delle entrate), ha cambiato in questi ultimi anni, dopo la sua riforma, il volto del sistema. Sono infatti emersi in maniera più trasparente non solo i redditi, ma anche i patrimoni mobiliari (conti correnti, depositi, titoli) e immobiliari (appartamenti e terreni) dei richiedenti le agevolazioni sociali, assistenziali ed economiche verso istituzioni nazionali e locali. Per i Caf, dunque, l’Isee può garantire una base comune di trasparenza ed equità per la corresponsione del reddito di cittadinanza.
L’Indicatore, inoltre, può anche essere fondamentale per assicurare una maggiore equità nelle agevolazioni fiscali. Per i Caf sarebbe opportuno definire un collegamento, per tutti i contribuenti o per alcune classi di reddito, tra il sistema delle detrazioni e deduzioni fiscali e la prova dei mezzi (l’Isee, appunto). Ciò rappresenterebbe un possibile elemento di riequilibrio come “correttore” di equità delle attuali dinamiche di agevolazione fiscale che non sempre sono progressive.
Ma concretamente cosa vorrebbe dire? Nel caso di un possibile riordino delle detrazioni/deduzioni attraverso la modifica degli elementi (aliquote, tetti massimi ecc.) che ne determinano la grandezza, l’Isee stesso potrebbe agire come un più equo “revisore” di eventuali scelte di riduzione lineare delle percentuali di detrazione o dell’esclusione dalle tax expenditures di fasce di popolazione considerate solo in base al reddito e non anche al patrimonio familiare. Un’impostazione, concludono i Caf, che potrebbe essere ovviamente applicata anche a ulteriori o diverse misure fiscali attuate in questi anni.