PHOTO
A indossare “una maglietta rossa per fermare l’emorragia di umanità”, sabato ci saranno anche Cgil, Cisl e Uil. I tre sindacati confederali hanno infatti deciso di aderire all'appello lanciato da don Luigi Ciotti, presidente di Libera, insieme a Legambiente, Arci e Anpi, per sabato 7 luglio, quando, piazze, strade, luoghi di lavoro di tutta Italia si riempiranno di magliette rosse, lo stesso colore di cui erano vestiti i tre bambini annegati pochi giorni fa davanti alle coste libiche. Lo stesso colore di cui era vestito il piccolo Aylan, la cui foto tre anni fa suscitò la commozione e l’indignazione di mezzo mondo. Tutti vestiti di rosso, “perché le madri – ha spiegato don Ciotti lanciando l'appello – scelgono quel colore nella speranza che, in caso di naufragio, richiami l’attenzione dei soccorritori”.
E in una lettera indirizzata proprio a don Luigi Ciotti i segretari generali Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, invitano i proprio iscritti a indossare una maglietta rossa "al fine di contrastare l'ondata di insofferenza sociale che da mesi imperversa nel nostro paese con gravi comportamenti di rigetto e discriminazione nei confronti delle diversità, e in particolare dei migranti". Cgil, Cisl e Uil condividono lo spirito e i contenuti di questa iniziativa, con l'intento di arginare quella che è stata chiamata una vera "emorragia di umanità".
“L'adesione unitaria dei sindacati all'iniziativa delle magliette rosse è un segnale importante che evidenzia la forte volontà di rafforzare un fronte democratico, il più vasto possibile, per reagire a queste deriva culturale allarmante e porsi in difesa della democrazia e dei diritti umani”. Ad affermarlo è Giuseppe Massafra, segretario confederale della Cgil nazionale, secondo il quale l'iniziativa di sabato 7 luglio va inserita in un percorso di mobilitazione più ampio. “Dobbiamo essere un fiume in piena, costruendo reti nei territori, andando al corpo a corpo con le persone, nelle piazze, nei luoghi di lavoro, nelle scuole e in ogni altro spazio pubblico”, spiega il segretario Cgil.
E tra gli strumenti che il sindacato in particolare può e deve mettere in campo, secondo Massafra, la contrattazione sociale ha grande importanza: “Si tratta di cambiare paradigma – afferma ancora il segretario Cgil – perché, ad esempio, quando davanti alle graduatorie degli asili nido molte persone se la prendono con gli stranieri che occupano le prime posizioni è nostro compito far capire che il problema non sono quelle famiglie, ma l'austerità e le politiche dei tagli al welfare che hanno ridotto i posti disponibili e che massacrano il welfare. Altrimenti – avverte Massafra – continuerà questa guerra dei penultimi contro gli ultimi, che non è una guerra tra popoli, come qualcuno vuole strumentalmente farci credere, ma una guerra tra poveri”.
Intanto, crescono le adesioni alla manifestazione delle magliette rosse di sabato 7 luglio. Da Cecilia Strada di Emergency - che ricorda come “nell'ultima settimana ci sono stati almeno (almeno) duecento morti nel Mediterraneo”, a Sandro Ruotolo, dai Modena City Ramblers, al giornalista Fabrizio Gatti, e poi tante associazioni come Libertà e Giustizia, Amnesty International, Articolo21, le Acli e molte altre.
Anche dentro la Cgil, tra le categorie, si moltiplicano le adesioni. C'è la Fiom, che, oltre ad aderire alla mobilitazione di sabato, lancia per lunedì 16 luglio a Lamezia Terme un'iniziativa pubblica insieme alle Ong che operano nel Mediterraneo. C'è la Flc Cgil, che sottolinea come “spargere odio razziale sia sbagliato, incivile e profondamente diseducativo. Il nostro auspicio – scrive il sindacato della conoscenza - è che dalle scuole e dalle università italiane si tragga una lezione fondamentale: l'altro è una ricchezza, sempre, ed è un valore accoglierlo, da qualunque parte del mondo provenga”. Adesione convinta anche dalla Funzione Pubblica, che nell'aderire alla mobilitazione delle magliette rosse, ha voluto stigmatizzare l'ultimo intervento del ministro Salvini, con la circolare inviata a prefetti e presidenti delle Commissioni che pone ulteriori paletti per il riconoscimento della protezione internazionale. “Una stretta intollerabile che elimina ogni traccia di umanità nell’azione amministrativa del rilascio dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, burocratizzando così l’intero processo”, è il commento della Fp Cgil.
Moltissime le adesioni, infine, dai territori. In particolare, da sottolineare la partecipazione convinta di Cgil, Cisl e Uil Palermo all'iniziativa promossa da Libera e dalle altre associazioni: “Palermo è e deve restare una città accogliente e solidale – hanno dichiarato i segretari provinciali dei tre sindacati - condividiamo dunque lo spirito e i contenuti dell’iniziativa e lanciamo un appello alla partecipazione a tutti i cittadini e ai nostri iscritti, ai quali chiediamo di pubblicare sui social le foto con le magliette rosse ”.