“Qualora i fatti emersi fossero accertati, sarebbe inaccettabile il tentativo di derubricare quanto accaduto a mero ‘fatto di costume’. Gli elementi significativi della vicenda, così come emersa dalle cronache, sono ancora una volta quelli della ricattabilità e dello sfruttamento del lavoro, che nascono da una condizione di soggezione e vulnerabilità propria di chi è più esposto e spera di entrare nel mondo del lavoro”. È il commento di Maria Giorgia Vulcano, responsabile del Dipartimento Politiche Giovanili della Cgil Puglia, in merito alla vicenda che vede coinvolto un magistrato nonché Consigliere di Stato.
“Se davvero fossero state previste clausole contrattuali inerenti ad abbigliamento e maquillage delle aspiranti magistrate, unitamente a valutazioni rispetto alla propria sfera sentimentale ed emotiva, saremmo di fronte all'orrenda cornice in cui si sfruttano competenze e professionalità altamente qualificate – spiega Vulcano -. Le nuove masse di subalterni, che orbitano intorno al mondo della produzione intellettuale, sono il prodotto delle recenti riforme del mercato del lavoro e relativo blocco del turn over. Si specula sui sogni e sulle ambizioni dei giovani laureati, istituendo vere e proprie centrali dello sfruttamento del sapere. Questa è la degenerazione dei corsi di preparazione ai diversi concorsi, i cui costi proibitivi dilatano la condizione di ricattabilità dei candidati alle borse di studio”.
“Nella migliore delle ipotesi noi giovani siamo dipinti come ‘bamboccioni’ o ‘choosy’, ma la verità è che la nostra precarietà lavorativa è una delle leve mediante le quali si sta maldestramente tentando di sanare la situazione economica del Paese. La campagna ‘Passa in Cgil’, promossa dalla Cgil Puglia – conclude Maria Giorgia Vulcano - intende sfatare alcuni falsi miti su giovani e mercato del lavoro, primo fra tutti quello per cui il lavoro gratuito è un necessario passaggio per poter in un futuro, neanche prossimo, sperare nella stabilità lavorativa ed in una vita dignitosa. In questo senso è scandaloso che un ente pubblico, nello specifico un’amministrazione comunale, emetta un bando pubblico di selezione per individuare alcuni profili altamente professionalizzati specificando che la prestazione sarà da intendere a titolo completamente gratuito. Due fatti distanti tra loro ma emblematici nel raccontare il dramma che vivono le nuove generazioni rispetto alle condizioni di accesso al mercato del lavoro”.