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Ci si aspettava che il balletto dei rinvii fosse terminato e invece scopriamo che tre deputati di Fratelli d’Italia in Commissione Affari Costituzionali e Bilancio hanno presentato un emendamento al Mille proroghe per rinviare al primo gennaio 2021 l’entrata in vigore dell’Uniemens. Si tratta del nuovo sistema telematico di inoltro delle denunce mensili relative ai lavoratori dipendenti che il datore è tenuto ad inviare mensilmente all’Inps.
Sembra un tecnicismo di poco conto ma ha un valore importante se si vuole rafforzare l’attività di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. Infatti, la legge 199/2016 aveva previsto l’obbligatorietà della comunicazione Uniemens a partire da gennaio 2018, poi più volte rinviata con richieste avanzate anche da deputati del centro-sinistra.
E dire che la legge per contrastare il lavoro nero e il caporalato in agricoltura è stata approvata in modo trasversale dall’intero emiciclo parlamentare. Tra le buone prassi previste dalla norma vi è l’istituzione presso le sedi Inps delle sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità. La Puglia è una delle poche regioni dove le sezioni sono strutturate in ogni provincia. Un fatto importante che non rappresenta un punto di arrivo bensì di partenza, e il monitoraggio delle comunicazioni mensili obbligatorie per via telematica da parte delle imprese agricole rappresenta un punto focale proprio se si vuole combattere lo sfruttamento e il caporalato.
Se si considera che in Puglia nel solo periodo estivo sono stati operati dalle forze dell’ordine 51 arresti per sfruttamento lavorativo e caporalato nel solo settore agricolo in violazione della 199, si comprende quanta strada sia necessaria per la piena applicazione della legge. Sarebbe opportuno che gli sforzi dei parlamentari fossero rivolti a favorire l’adesione alla Rete del lavoro agricolo di qualità non solo delle aziende agricole ma anche di quelle della distribuzione moderna organizzata (Gdmo), che di moderno ha solo il nome, per creare una sorta di alleanza etica tra lavoro alla produzione e il sistema del consumo, per favorire lavoro sano in tutta la filiera agroalimentare e indirizzare i cittadini a un consumo equo, sostenibile, etico.
Sarebbe un trampolino di lancio per garantire una migliore redistribuzione del valore in tutta la filiera, ed è un tema quantomai importante e costantemente disatteso.
Antonio Gagliardi è segretario generale Flai Cgil Puglia.