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Avviare un'attività di “moral suasion” nei confronti di Ikea, chiamando in causa anche l'ambasciatore e i consoli svedesi in Italia. È la nuova mossa decisa dalla Filcams Cgil, impegnata nella vertenza che vede contrapposti alcuni lavoratori e la multinazionale del mobile, che li ha licenziati. “Un’azione – spiega il sindacato in una nota – che rappresenta l’avvio di una più articolata campagna rivolta alla multinazionale svedese sui temi della reputazione e della responsabilità sociale dell’impresa”. L’obiettivo di Filcams è quello di far recedere Ikea dalle proprie posizioni, di “ripristinare un contesto di corrette relazioni sindacali e tornare ad affrontare nel merito le problematiche ad oggi irrisolte”.
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“Sulla responsabilità sociale d’impresa, sulla volontà di avere un impatto positivo sulle persone, sull’intenzione di contribuire a creare una vita quotidiana migliore per le persone – si legge nel messaggio inviato ad ambasciatore e consoli – Ikea ha costruito, nel corso di decenni, la propria immagine, ma ha profondamente mutato, e di certo in peggio, i termini della sua impostazione imprenditoriale e della sua missione in Italia, senz’altro nel rapporto con i propri dipendenti”.
La lettera all'ambasciatore (PDF)
“Il complessivo stato delle relazioni sindacali con Ikea – continua la missiva della Filcams – risulta in questa fase fortemente compromesso, anche in considerazione del rifiuto da parte dell’impresa di applicare un Contratto collettivo nazionale di lavoro, del non rispetto di parti rilevanti della contrattazione integrativa aziendale e dell’adozione unilaterale, senza alcun confronto con il sindacato, di nuovi assetti organizzativi che hanno comportato, tra l’altro, un grave arretramento della qualità occupazionale all’interno dell’azienda”.
La Filcams scrive per esprimere “forte preoccupazione – si legge ancora – e crescente perplessità rispetto alla condotta mantenuta ormai da tempo dall’azienda che, oltre ad aver causato il licenziamento ingiustificato di alcuni lavoratori, ha determinato un grave peggioramento delle condizioni di lavoro per centinaia di dipendenti in forza presso i punti di vendita presenti sull’intero territorio nazionale”.
L’appello ai diplomatici svedesi si conclude con la richiesta di una cortese disponibilità a “ad appurare i fatti, a verificare che situazioni simili non si determinino nuovamente presso i punti di vendita operanti nell'ambito di sua competenza, ad intervenire nei confronti dell'azienda affinché siano garantiti i diritti e la dignità dei lavoratori”; disponibilità richiesta anche per “incontrare una delegazione di lavoratori Ikea e di loro rappresentanti per gli approfondimenti che riterrà opportuno svolgere”.