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Nella legge di bilancio per il 2020 sono state stanziate risorse irrisorie, nemmeno lontanamente sufficienti a provare ad affrontare le allarmanti criticità in cui versa l’università pubblica nel nostro Paese. A lanciare l’allarme è la Flc Cgil, promuovendo per oggi (giovedì 9 gennaio), insieme ad Adi e Link Coordinamento universitario, una mobilitazione delle università aperta a tutte le componenti accademiche, sulla base di un appello pubblicato giorni fa dai “Ricercatori determinati” di Pisa.
Tante le iniziative in tutta Italia: a Bari appuntamento alle ore 12 nell'atrio dell’ateneo per un flash mob (in via Nicolai), a Bologna assemblea alle 11 presso l’aula Bertoluzza (in via Belmeloro 8/2), a Firenze manifestazione alle 9 davanti alla sede del rettorato (in piazza San Marco), a Lecce “funerale dell’istruzione italiana e del suo ministero” alle ore 14.30 presso la Biblioteca Studium 2000 (via di Valesio), a Milano assemblea alle ore 15 (in piazza dell'Ateneo Nuovo 1), a Perugia assemblea alle ore 15 (in piazza dell’Università), a Pisa assemblea alle ore 11 (in piazza Dante), a Palermo assemblea alle ore 10 presso la cittadella universitaria (pensionato Santi Romano), a Potenza assemblea alle ore 12 (in via Nazario Sauro), a Roma assemblea alle ore 13.30 (in piazzale Aldo Moro), a Trieste assemblea alle ore 13 (in piazzale Europa), a Torino assemblea alle ore 16.30 presso l’aula 15A del Politecnico (in corso Duca degli Abruzzi 24).
Il 25 dicembre scorso, come noto, il ministro dell’Istruzione, università e ricerca Lorenzo Fioramonti si è dimesso, in polemica con il mancato ottenimento dei fondi richiesti per il rifinanziamento dei propri settori all’interno della manovra finanziaria per il 2020. “Sull'università basta uno sguardo alla legge di bilancio per spiegare le ragioni di questa profonda crisi”, spiega la Flc Cgil nazionale: “A fronte di un crollo dell’investimento pubblico sull'università, tale che il valore odierno del Fondo di finanziamento ordinario (circa 7,5 miliardi di euro) risulta inferiore in termini assoluti a quello di dieci anni fa (considerando l’inflazione intercorsa dal 2009, servirebbe circa un miliardo di euro solo per ritornare al valore del finanziamento di dieci anni fa) e che, sempre nell'ultimo decennio, il finanziamento ordinario ha subìto complessivamente tagli per 5,3 miliardi di euro, la manciata di milioni stanziati con questa legge di bilancio suona come l’ennesima presa in giro”.
Per quanto riguarda il personale, la Flc rileva che “l’università si regge per una significativa parte delle attività sul lavoro precario, condizione che riguarda un lavoratore su due degli addetti alla ricerca e alla didattica. La situazione del personale di ruolo in questa situazione risulta penalizzata e in molti atenei non ci sono fondi per riconoscere e valorizzare il lavoro svolto”. La situazione non è certo più rosea per quanto riguarda il diritto allo studio, a partire “dal livello delle tasse universitarie e dalla sparuta minoranza degli studenti iscritti che beneficia di una borsa di studio, per finire alla carenza strutturale di residenze e posti letto”.
Le dimissioni di Fioramonti, infine, hanno portato alla divisione del ministero: al dicastero della Scuola è andata la dirigente scolastica e sottosegretaria al ministero dell’Istruzione Lucia Azzolina, mentre all’Università e ricerca Gaetano Manfredi, ingegnere e attuale rettore dell’ateneo Federico II di Napoli. “Lo sdoppiamento del ministero – conclude la Flc Cgil nazionale – di per sé non significa nulla rispetto ai problemi da affrontare, mentre sempre più urgente è un rifinanziamento strutturale delle università per garantire il loro corretto funzionamento, un piano di reclutamento ordinato e ciclico che assorba il precariato storico, investimenti per un diritto allo studio universale per studentesse e studenti”.
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