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Si è svolto oggi (10 maggio) nella sede della Regione Lombardia l’incontro previsto tra delegati delle Rsu e delle Rsa della sede di Italcementi, assistiti dalle organizzazioni sindacali, e il presidente della Regione Roberto Maroni, alla presenza degli assessori Mauro Parolini (Sviluppo Economico), Luca Del Gobbo (Università, Ricerca e Open Innovatione) e Valentina Aprea (Istruzione, Formazione e Lavoro). Al centro del confronto, la proposta da avanzare all'amministratore delegato di HeidelbergCement, Bernd Scheifele, sull’implementazione della ricerca in Lombardia. Heidelberg è il nuovo azionista tedesco del gruppo, prima controllato dalla famiglia Pesenti.
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La storia infinita
“Abbiamo evidenziato che il segmento sui cui fare ricerca rispetto a nuovi materiali a base di malte cementizie è quello della neutralità energetica degli edifici futuri”. Lo affermano in una nota Giuseppe Mancin di Feneal Uil, Armando Busnelli di Filca Cisl e Ivan Comotti della Fillea Cgil Lombardia. “Si tratta di un tema urgente da affrontare perché per gli edifici pubblici dal 1° gennaio 2019 e per quelli privati dal 1° gennaio 2021 entreranno in vigore le norme che prevedono la quasi autosufficienza in termini di riscaldamento e di condizionamento degli edifici. La Regione Lombardia, sul tema, ha anticipato l’entrata in vigore delle nuove norme europee dal 1° gennaio 2016”.
“La nostra proposta parte dall’idea di concretizzare un ‘partenariato pubblico-privato’ di ricerca unendo le intelligenze collettive del territorio della Lombardia per individuare i progetti su cui articolare le ricerche, partendo dalla materia prime presente nelle cave del territorio” continuano i sindacalisti. “Con l’applicazione delle leggi vigenti in Regione (la legge n. 11 del 19 febbraio 2014 sul lavoro e sulla competitività, la legge regionale n. 26 del 24 settembre 2015 sulla Manifattura diffusa creativa e tecnologica 4.0) i progetti di ricerca troverebbero dei finanziamenti pubblici a cui andrebbero sommati quelli privati di Heidelberg. Questo consentirebbe di continuare ad essere collocati nell’eccellenza della ricerca a livello mondiale nel settore del cemento, di salvaguardare l’occupazione e di dare una risposta concreta ad una sfida della filiera delle costruzioni”.
I sindacati dunque proseguono: “Abbiamo sostenuto che in quest’ottica debba essere collocato in Regione Lombardia anche il centro mondiale di ricerca sul processo del Gruppo Heidelberg e il satellite tecnico (gruppo di tecnici che seguirebbero gli impianti del sud Mediterraneo). Nei prossimi giorni si svolgeranno riunioni tecniche per individuare i soggetti da coinvolgere e i tempi per definire il perimetro del progetto”.
L’obbiettivo è quello di giungere all’incontro del 30 maggio con un progetto da presentare al nuovo ministro dello Sviluppo economico, che dovrebbe insediarsi oggi, e al Ceo di Heidelberg la cui presenza è auspicata per dare risposte concrete. “Siamo convinti che ogni soggetto coinvolto debba fare la propria parte nella complessa vicenda Italcementi, perché il problema non è solo sindacale e dalle pesanti conseguenze occupazionali, ma anche istituzionale per lo sviluppo industriale di questo Paese” concludono i sindacalisti.
Ricordiamo che il piano industriale presentato da HC a mezzo stampa prevede, a regime, esuberi per 415 dipendenti di Bergamo, più altri 250 circa negli altri siti produttivi: questi lavoratori potrebbero essere licenziati a settembre 2017.