"Al presidente del Consiglio chiederei di informarsi meglio di qual’è la condizione dei giovani in questo paese e soprattutto dovrebbe avere l’onestà di ammettere che la disperazione delle nuove generazioni è la conseguenza di quelle ricette liberiste che hanno determinato in Europa solo disoccupazione e aumento delle povertà". Così Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc Cgil, a proposito della polemica sulle dichiarazioni di Monti sul posto fisso.

"La precarizzazione del mercato del lavoro – prosegue il leader Flc –, il crollo dell’occupazione, i bassi salari e la riduzione delle tutele sociali  sono le cause delle disuguaglianze sempre più accentuate nel nostro paese. L’intervento sulle pensioni è stato un ulteriore colpo ingiusto alle condizioni dei lavoratori e dei pensionati e, peraltro, chiuderà ulteriormente gli spazi occupazionali per i giovani. I settori della conoscenza sono diventati fabbriche di precari e di disoccupati perché si è deciso di tagliare risorse per procedere verso la privatizzazione del sapere".

"Per i precari della scuola – conclude Pantaleo –, dell’università, della ricerca, della formazione professionale e delle scuole non statali la possibilità di avere la garanzia di un posto di lavoro stabile, non sarebbe un fatto monotono, ma rappresenterebbe la possibilità di uscire dall’incubo della incertezza sul proprio futuro. L’articolo 18 serve prima di tutto ai giovani che devono entrare nel mondo del lavoro con dignità, perché senza diritti si è ricattati perdendo la  propria libertà. Francamente, dire che chi ha un lavoro stabile in questo paese sarebbe  un privilegiato, significa occultare la realtà, perché nella crisi i lavoratori stanno sempre peggio e aumentano i licenziamenti. Nei settori della conoscenza i salari diminuiscono e la condizione anche di “chi ha il posto fisso” diventa sempre più difficile perché viene svalorizzata la funzione sociale. Quali sarebbero i privilegi, presidente Monti?".