Stop a infortuni e rischi per chi lavora all'interno dell'ambiente domestico. Via a Bergamo alla campagna Casa Sicura, che punta principalmente a promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza per le numerose badanti e colf straniere. Il progetto nazionale, finanziato dal ministero del Lavoro, è stato promosso a Bergamo grazie alla collaborazione tra Inail e Fondazione Labos, e ha visto la risposta positiva da parte delle associazioni Acli, Assindatcolf, Federcolf, Cgil, Cisl e Uil.
Il lavoro, iniziato nel 2015, prosegue quest'anno con due nuove edizioni del corso Casa Sicura. La prima giornata per approfondire ogni aspetto del tema sarà sabato 23 gennaio (la mattina per i datori di lavoro, la sera per il personale), la seconda il 9 aprile. Per marzo, inoltre, è stato previsto un convegno. Inoltre, sono stati stampati degli opuscoli (anche in diverse lingue) in cui sono indicati i diritti e i doveri di ogni parte coinvolta, una mappa dei rischi presenti nelle case, e indicazioni precise su alcuni aspetti dell'attività (ad esempio come alzare correttamente un anziano senza farsi male).
Il progetto vuole promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza per chi collabora all'interno delle case, sensibilizzando anche le famiglie verso il tema e contribuire così a ridurre i rischi. Santa Picone, direttrice dell'Inail Bergamo, ha ricordato che «il lavoro domestico presenta numerosi rischi, spesso per distrazione o imperizia». I dati grezzi sul personale domestico (riguardano l'incidenza degli infortuni ogni mille occupati) indicano che gli infortuni domestici denunciati in Bergamasca sono in calo dell'8,4% dal 2010 al 2014. Il dato non è però assoluto, ed è rilevante anche il fatto che non tutti gli infortuni vengono segnalati
Tra le modalità più frequenti di infortunio, a livello nazionaleci, sono le cadute. Inoltre attualmente, hanno rilevato i sindacati, si stima che in Bergamasca ci siano circa 12 mila contratti regolari, a cui se ne aggiungono altrettanti «in nero». Non mancano però le «zone grigie» in quelli regolari: i termini del rapporto non corrispondono sempre alla realtà. Per questo, si auspica anche l'introduzione di normative che incentivino la regolarizzazion e dei rapporti di lavoro, perché in questo modo ci potranno essere maggiori tutele sia per i datori di lavoro che per le collaboratrici.