(Labitalia) - "In questi anni la sinistra non ha rappresentato gli interessi di chi lavora e di chi paga le tasse: servono meno parole e alcune cose precise da fare. Noi chiediamo questo e anche di questo parleremo a Bologna, per capire se c'è un'analisi comune della situazione". E' quanto afferma Maurizio Landini, che ieri ha presentato sotto le Due Torri, la festa per i 110 anni della Fiom che si terrà da oggi a domenica nel capoluogo emiliano e che vedrà partecipare, oltre al segretario Cgil, Susanna Camusso, anche i leader della sinistra, da Pierluigi Bersani ad Antonio Di Pietro, da Nichi Vendola a Massimo Rossi, che saranno tutti attorno al tavolo sabato sera alle 20,30 in piazza XX Settembre.
"Se in Italia ci sono gli accordi separati è perché non è stata fatta la legge sulla rappresentanza", prosegue Landini e gli esponenti della sinistra "devono dirci cosa vogliono fare". "Nel 1993 è stato firmato un accordo chiaro - continua il leader delle tute blu - ma quello che prevedeva quell'accordo non è stato fatto e di governi di sinsitra da allora ad oggi ce ne sono stati".
"Se essere di sinistra vuol dire che ci vuole meno precarietà, più stipendi e più diritti, chi governa deve fare queste cose", ribadisce ancora Landini.
A chi gli domandava se ci sia bisogno anche di una modifica della legge 30 del 2003, ribattezzata 'legge Biagi', Landini risponde "assolutamente sì, bisogna intervenire anche in questa direzione".
"I contratti di lavoro quando sono ridotti a 4 o 5 sono sufficienti, deve rimanere centrale il rapporto a tempo indeterminato, poi quando c'è un tempo determinato, un part-time e un rapporto di apprendistato legato alla formazione, le imprese possono dare risposte a tutti".
"In realtà - conclude Landini - siamo di fronte a migliaia di rapporti di lavoro finti, in molti casi anche le partite Iva nascondono rapporti di lavoro a tempo indeterminato, invece bisogna andare in chiaro".