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I danni del Jobs act non tardano a farsi notare. L'allarme stavolta è stato lanciato dalla Filcams Cgil e riguarda la Naspi, la nuova assicurazione sociale per l'impiego che verrà erogata in caso di disoccupazione involontaria a partire dal 1° maggio 2015.
Il decreto sul riordino degli ammortizzatori sociali (n.22/2015, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 marzo 2015), infatti, dimostra che la Naspi penalizza una categoria di addetti già fortemente fragili, come gli stagionali.
"La Filcams Cgil - scrive il sindacato - ha dichiarato, fin da subito, che il Jobs act rappresentava un bluff e nascondeva molteplici insidie per i lavoratori. Ennesima riprova viene ora dal decreto. Nel solo settore del turismo, parliamo di circa 300.000 persone che operano in alberghi, bar, ristoranti, villaggi, stabilimenti balneari, campeggi. Con il vecchio sistema (Mini Aspi) i lavoratori stagionali, lavorando sei mesi, potevano contare, una volta rimasti disoccupati, su un sostegno al reddito per gli altri sei, riuscendo a percepire salario per un anno. Ora, con il nuovo sistema di calcolo, l’integrazione che potranno ottenere sarà di soli tre mesi, con un'evidente e inspiegabile danno".
Non solo: "La Naspi – aggiunge la Filcams – crea inique differenziazioni fra chi ha rapporti continuativi e chi frammentati, a scapito di questi ultimi. Da simulazioni effettuate, emerge che a parità di retribuzione e di numero di giornate lavorate, l’importo dell’indennità diminuisce all’aumentare del numero di settimane su cui si dispiega la prestazione lavorativa. Chi lavora con molte interruzioni, e raggiunge il requisito per somma di giornate, effettuate in periodi lunghi di tempo, riceve meno di chi può contare su rapporti di lavoro più stabili e lineari".
Tutte queste criticità sono state prontamente segnalate in sedi formali (Commissioni di Camera e Senato) dalla Cgil, ma non risolte. In un recente passato, furono proprio le pressioni esercitate dalla Filcams a permettere la correzione in corso d’opera della Mini Aspi, che presentava storture analoghe, poi fortunatamente corrette.
Intanto i lavoratori stagionali, scoperto l’inganno, si stanno organizzando. Una pagina Facebook (lavoratori stagionali), gestita autonomamente da un gruppo di loro, ha lanciato una petizione on line per chiedere a Tito Boeri, neopresidente dell’Inps, di fare qualcosa per correggere il tiro.
“Non possiamo certo accontentarci dell’adagio 'noi l’avevano detto'. Anche in questo caso, il Governo conferma la sua pessima abitudine di non ascoltare alcuna indicazione proveniente dal sindacato, procurando disagi concreti ai cittadini”, afferma Cristian Sesena, segretario nazionale Filcams.
"Si legifera, in materia di lavoro, senza conoscere il lavoro. Si tagliano tutele a lavoratori, già a forte rischio di precarietà retributiva, per il fatto di essere strutturalmente costretti a lavorare pochi mesi l’anno. Abbiamo sempre cercato di dare tutele e garanzie agli stagionali attraverso la contrattazione. Continueremo anche in questo caso a sostenere le loro giuste rivendicazioni. Chiediamo all’Inps e al Governo di trovare una soluzione immediata a questo ennesimo atto di iniquità sociale”, conclude il dirigente sindacale.