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In quattro giorni di congresso, dal 14 al 18 aprile del 1980, esattamente 35 anni fa, nasceva quella che conosciamo essere la Funzione pubblica Cgil, la categoria della confederazione, guidata da Susanna Camusso, che rappresenta i lavoratori dei servizi di pubblica utilità, tanto nel lavoro pubblico, quanto in quello privato.
Nelle parole di Luciano Lama, l'allora segretario generale della Cgil, il senso di questo evento: 'Voi – diceva l'indimenticato leader sindacale agli oltre mille delegati al congresso, riuniti a Rimini – siete i rappresentanti di una categoria essenziale, di un settore fondamentale del paese, dovete esserci per partecipare alle scelte di politica generale che si faranno”. La Fp si appresta così a celebrare questi suoi 35 anni e, nella scia della strada indicata da Lama, a confermare la sua natura, quella di 'esserci per contare'. Nel corso di quest'anno, infatti, la categoria organizzerà momenti e occasioni per ricordare questa ricorrenza, anche e soprattutto sui social network dietro l'hashtag #35diFp.
Nata alla fine di un processo, partito negli anni Settanta, per riorganizzare la rappresentanza dei lavoratori del settore pubblico, la Fp (allora dietro l'acronimo Flfp, ovvero federazione lavoratori della Funzione pubblica) nel congresso fondativo dell'aprile del 1980 avviava i suoi primi passi, con l'intenzione di creare un'identità del pubblico impiego che permettesse anche di collaborare per la riforma della pubblica amministrazione. La costruzione dell'identità era utile anche per rafforzare il rapporto tra istituzioni e cittadini. “Uno spirito immutato negli anni, e che oggi, nel celebrare e festeggiare questo nostro compleanno, rinnoviamo” –, spiega la segretaria generale della Fp, Rossana Dettori, la quale, in un messaggio alle iscritte e agli iscritti al sindacato ha scritto: “Trentacinque anni dopo, siamo qui, ancora insieme, sempre con la consapevolezza di essere un riferimento per le lavoratrici e i lavoratori. Con l'orgoglio di essere il lavoro pubblico, con la stessa voglia di esserci per contare”.
Ma la Fp guarda oltre i festeggiamenti: “Quest'anno – precisa la dirigente sindacale – non vogliamo solo celebrare il nostro compleanno, o meglio lo vogliamo celebrare fattivamente, rivendicando e ottenendo quanto ci spetta, a partire dal rinnovo del contratto nazionale, fermo da oltre sei anni. Lo abbiamo detto chiaramente al Governo: se davvero vuole imprimere una svolta positiva, deve riaprire la contrattazione e deve farlo prima che la Consulta si esprima sull'incostituzionalità del blocco. Giudizio che si attende per il 23 giugno". Per farlo, i sindacati, unitariamente, rilanciano la mobilitazione e avviano il percorso per il rinnovo: "Per un verso, infatti, nel mese di giugno terremo tre grandi assemblee degli eletti alle Rsu e di tutti i lavoratori che si terranno al Nord, al Centro e al Sud del Paese, mentre, parallelamente, stiamo lavorando alla piattaforma unitaria che nei prossimi giorni presenteremo al Governo”.
Insomma, con quello stesso spirito del congresso fondativo, nato per accompagnare il processo di modernizzazione della pa, la Funzione Pubblica prosegue il suo cammino: “Il contratto – conclude la leader sindacale –, a dispetto di quanto la retorica del Governo sostenga, non solo è uno strumento cruciale per uscire dalla crisi, ma è anche la chiave per guardare al futuro e determinare, attraverso la partecipazione, una riforma della pa. Non nella linea seguita da Renzi, con la cosiddetta riforma Madia che, di pari passo con il caos della legge Delrio, seguendo la strada della centralizzazione e dell'autosufficienza, sta producendo un corto circuito, tra danni e tagli, con gli effetti che tutti registriamo, sia nella condizione delle lavoratrici e dei lavoratori sia nei servizi offerti ai cittadini”.