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Il tribunale di Venezia non ha ammesso i sindacati come parti civili nel processo “Camaleonte” contro le infiltrazioni della ’ndrangheta in molte province del Veneto. La decisione è stata comunicata ieri, 3 febbraio, all’apertura del processo. La Cgil Veneto, in una nota, spiega le motivazioni del sindacato: “Come in occasione del processo di Eraclea, apertosi lo scorso gennaio, la Cgil del Veneto, nel rispetto del proprio statuto e dei propri valori che ne guidano l’azione quotidiana, si è costituita parte civile. In continuità anche con quanto fatto dalla Cgil nel processo Aemilia nel quale oltre alla Regione erano state ammesse come parti civili anche le organizzazioni sindacali. Tuttavia in questa occasione, a differenza del processo di Eraclea, il tribunale di Venezia ha ritenuto non ammissibili le organizzazioni sindacali confederali, in quanto è stata valutata l'insussistenza di un danno diretto e immediato agli interessi tutelati dalla Cgil”.
“Rispettiamo tale decisione che non è appellabile – prosegue la Cgil Veneto –, ma percorreremo tutte le strade giuridicamente possibili per ripresentare le nostre istanze già in sede di dibattimento. Riproporremo in modo ancor più approfondito le motivazioni per le quali la nostra organizzazione ha fatto la scelta politica di presentarsi nei processi per associazione di stampo mafioso come parte civile. Dimostreremo il nostro interesse diretto al rispetto della legalità, in assenza della quale i riverberi sulle attività economiche chiamano direttamente in causa la possibilità per un sindacato confederale come il nostro di rappresentare i lavoratori e le lavoratrici”.
Il sindacato ribadisce il proprio impegno a far “emergere come le infiltrazioni e il radicamento della criminalità organizzata in un territorio e nel suo tessuto economico e sociale nuocciano al mondo del lavoro, alla sua rappresentanza e al rispetto dei diritti e delle tutele di lavoratori e lavoratrici. In ogni caso, qualsiasi sarà la decisione, anche futura, dei magistrati la rispetteremo, ma continueremo ad agire per garantire il rispetto della legalità e della convivenza civile”, conclude la nota della Cgil Veneto.