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Il 7,4% delle imprese in Italia è gestito da stranieri. E' quanto emerge dallo studio diffuso oggi (31 agosto) dalla Fondazione Leone Moressa, che ha analizzato i dati sulle imprese iscritte alle Camere di Commercio italiane. Su 6 milioni di imprese che operano nel nostro paese nel 2011, 454mila sono condotte da migranti.
A fine anno le imprese di stranieri sono aumentate di 26mila unità, al contrario delle aziende italiane che sono diminuite di 28mila. Per "imprese straniere" - secondo la Camera di Commercio - si intendono quelle con persone non nate in Italia, che detengono almeno il 50% delle quote proprietarie e delle cariche amministrative.
Nello specifico, il settore del commercio è al primo posto. Oltre 156mila aziende straniere (il 34,4% del totale). Segue il comparto delle costruzioni con quasi 125mila (27,5%) e quello dei servizi con più di 89mila unità produttive (19,7%). Ma è nell’edilizia che la presenza straniera si fa più marcata: infatti su 100 imprese di questo settore, quasi 14 sono condotte da imprenditori nati all’estero.
Nel commercio questa percentuale si abbassa al 10,1%, seguita da alberghi e ristoranti (7,7%) e dalla manifattura (6,3%). Per la quasi totalità dei settori, il grado di imprenditorialità risulta essere esclusivo in oltre il 90% dei casi, eccetto il settore dei servizi in cui gli stranieri sembrano un po’ più propensi a lavorare con italiani. E' quanto si legge nel comunicato stampa diffuso dalla stessa Fondazione.
La prima regione è la Lombardia, con più di 85mila imprese straniere, ovvero il 18,9% del totale. Questa è seguita dal Lazio (11,2%) e dalla Toscana (10%). Ma è proprio in Toscana che si registra il maggior peso delle imprese sul totale delle aziende presenti nel territorio: infatti su cento attività produttive, 11 sono gestite da immigrati (10,9%). In questa classifica seguono il Friuli Venezia Giulia (9,5%) e la Liguria (9,4%).