“Siamo assolutamente contrari ai licenziamenti e alla chiusura dello stabilimento Indesit di None e faremo di tutto, insieme ai lavoratori, per impedire che ciò si verifichi”. Sono parole di Federico Bellono, segretario provinciale della Fiom Cgil di Torino, commentando l’ennesimo annuncio di delocalizzazione da parte di un’importante impresa del settore metalmeccanico. “Questa vicenda di possibile e ulteriore delocalizzazione – prosegue l’esponente Fiom – è particolarmente grave, perché non stiamo parlando di una multinazionale, ma di un’azienda italiana, e perché appena tre anni fa la questione era già stata affrontata con un faticoso accordo che prevedeva l’impegno da parte di tutti, in primis dell’azienda, per mantenere la produzione a None”.

L’annuncio della Indesit, a giudizio del segretario Fiom torinese, “dimostra che è necessario e urgente cambiare l’agenda del governo: il problema non è rendere più facili i licenziamenti, ma garantire la tenuta del sistema industriale italiano, e torinese in particolare, la cui crisi va ben oltre il settore auto”. Intanto, questa mattina si è svolta un’assemblea davanti alla Indesit di None (Torino), che occupa 380 dipendenti. All’iniziativa hanno partecipato circa 300 lavoratori (tra cui gran parte in cassa integrazione), che dopo l’assemblea hanno marciato in corteo lungo la statale fino a raggiungere il centro di None. Qui una delegazione è stata ricevuta dal sindaco.

L’agitazione è stata decisa dopo che ieri la Indesit, durante la riunione con il Comitato aziendale europeo, aveva annunciato la volontà di trasferire la produzione di lavatrici in Polonia, cessando la produzione a None. Il 18 aprile è in programma un primo incontro, a livello nazionale, tra le organizzazioni sindacali e l’Azienda, mentre una prossima riunione del Cae si terrà il 24 aprile.