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Si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati la conferenza stampa di Flc Cgil e NIdiL CGIL sulla vicenda dei co.co.co. della scuola, assegnisti di ricerca e dottorandi dell’università, ai quali l’Inps aveva chiesto la restituzione delle indennità di disoccupazione erogate nei giorni scorsi. L’Istituto, a seguito proprio della denuncia dei sindacati, aveva poi annunciato uno stop alle richieste di restituzione, ma Flc e NIdiL assieme all’onorevole Marco Miccoli (PD), autore di un’interrogazione parlamentare a riguardo, hanno fatto oggi il punto sulla questione, passando la palla al governo affinché risolva definitivamente la questione ed estenda gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori.
“Gli ammortizzatori sociali devono essere accessibili a tutti – ha sottolineato in apertura Anna Fedeli, segretaria nazionale Flc Cgil – Specialmente nel momento in cui nel pubblico impiego assistiamo ad un utilizzo spropositato delle collaborazioni rispetto ai tempi indeterminati e determinati: si tratta di strumenti contrattuali impropri, che generano un bisogno sempre maggiore di ricorso agli ammortizzatori sociali. Noi chiediamo che gli ammortizzatori sociali vengano estesi a tutti i lavoratori a prescindere dal tipo di contratto. Ma chiediamo anche che le forme contrattuali iperprecarie come le co.co.co. vengano cancellate”.
Successivamente è intervenuta Lorella Gabriele, raccontando la sua vicenda di lavoratrice che da 13 anni versa i contributi nella Gestione separata Inps e che ad oggi è però priva di tutele quali l’indennità in caso di perdita del lavoro: “Inizialmente la mia domanda per l’una tantum fu respinta, poi accettata in seguito al mio ricordo. Finché lo scorso anno mi sono vista recapitare una raccomandata con la quale l’Inps mi chiedeva indietro 2800 euro”.
“Questa vicenda dei lavoratori che si sono visti chiedere indietro le indennità di disoccupazione pagate negli anni precedenti può sembrare uno scherzo – ha dichiarato Sabina Di Marco, segretaria nazionale NIdiL Cgil – ma è in realtà emblematica delle condizioni dei lavoratori che come NIdiL rappresentiamo dal 1998. Lavoratori che, nonostante siano sempre più professionalizzati, vedono progressivamente ridotti i propri diritti e tutele: è per questo che in questi giorni stiamo lanciando una petizione per l’aggiornamento dello Statuto dei Lavoratori, affinché sia uno strumento inclusivo, grazie al quale vengono estesi i diritti a chi oggi non li ha, mantenendo quelli conquistati in passato”.
È stata quindi la volta di Francesca Marsico, docente precaria che ha partecipato negli scorsi anni al progetto Diritti a Scuola, iniziativa della Regione Puglia per favorire la continuità didattica e contrastare la dispersione scolastica. Anche lei si era vista ripetutamente accogliere la domanda per l’indennità di disoccupazione fino al 2013, quando la domanda è rimasta inevasa e a numerosi suoi colleghi sono iniziate a essere recapitate le richieste di restituzione. Fino allo stop annunciato dall’Inps nei giorni scorsi a seguito dell’intervento sindacale. “Ora – è stata la sua richiesta al premier Matteo Renzi – sarebbe il caso di cancellare tutti questi contratti che non fanno altro che creare incertezze e disuguaglianze nelle vite dei lavoratori e delle lavoratrici”.
La segretaria confederale CGIL Serena Sorrentino ha posto invece l’accento sul Jobs Act, “che poteva essere un’occasione di aprire un dialogo ad esempio sulla riforma degli ammortizzatori sociali”. “In tal senso – ha spiegato – la proposta della Cgil è quella di una riforma su due gambe: la cassa integrazione, che è in costanza di rapporto di lavoro, e la disoccupazione che deve essere garantita a tutti, indipendentemente dalla forma contrattuale d’impiego. C’è ovviamente la questione legata al finanziamento e alla sostenibilità, ma crediamo che non debbano più essere penalizzati i lavoratori che comunque versano i propri contributi nella Gestione separata”. “Purtroppo – ha concluso Sorrentino – con la decisione di porre la fiducia sul Jobs Act questa possibilità di dialogo al Senato è venuta meno. Speriamo ci siano maggiori opportunità qui alla Camera”.
Da parte sua, l’on. Marco Miccoli si è impegnato a proseguire con gli adeguati atti parlamentari affinché allo stop annunciato dall’Inps faccia seguito una sanatoria per i collaboratori ai quali è già stata erogata l’indennità una tantum. Per quanto riguarda invece la discussione sul Jobs Act, Miccoli ha garantito che “a Montecitorio si proverà ovviamente ad allargare il dibattito, ma comunque la vaghezza della legge delega consente un certo margine di trattativa anche in sede di scrittura del decreto”.