"A pochi giorni dall'incidente che ha visto come vittima un lavoratore in nero a Favaro Veneto dobbiamo registrare con sdegno e rabbia l'ennesima morte sul posto di lavoro. Ancora una volta si tratta di un dipendente di una ditta in appalto". Così un comunicato della Cgil Venezia.

"Crediamo che, da subito, si debba affrontare seriamente la questione degli appalti su scala nazionale, con una legge che ne regoli le modalità e che scardini finalmente la logica del massimo ribasso. In questi giorni, in tutta Italia si sta impennando il numero di incidenti mortali. Nella gran parte dei casi, le vittime sono proprio di lavoratori impiegati nelle ditte in appalto. Questa è un'emergenza - lo sottolineiamo con forza -, da affrontare subito. Il periodo di crisi ha incrementato gli incidenti sul lavoro, che sono assolutamente sottostimati dai dati ufficiali, proprio perchè è altissimo il ricorso al lavoro irregolare, l'utilizzo degli appalti senza controllo che portano alla mancata denuncia o al camuffamento degli infortuni. La crisi ha portato come conseguenza l'abbassamento della qualità e la sicurezza del lavoro in una perversa spirale al ribasso. Invece, pensiamo che sia urgente prendere di petto la questione della qualità e della sicurezza del lavoro, perché sono questi i requisiti per una sana ripresa dell'economia del nostro Paese", prosegue la Camera del Lavoro.

Nel caso del Petrolchimico, saranno le indagini degli organi competenti a dire se la ditta era in regola con tutte le prescrizioni di legge. Chiediamo a Eni di verificare la regolarità degli appalti, che ha stipulato sia al Petrolchimico che in Raffineria, visto che sta al committente garantire la gestione di tutte le fasi della filiera. Nei mesi scorsi, il sindacato ha tenuto un tavolo in Prefettura sulla sicurezza in Fincantieri. Chiediamo che un analogo incontro avvenga per Eni, al fine di predisporre azioni di prevenzione, piani formativi e bilanci che prevedano il giusto peso per le voci sicurezza, salute e tutela ambientale. I diritti e le tutele dei dipendenti diretti devono essere estesi a tutti i lavoratori a prescindere dall'azienda di provenienza. Questo deve avvenire in tempi stretti ed essere finalizzato ad una buona contrattazione sugli appalti. Contrattazione che deve avere come priorità la regolarità dei capitolati e la tracciabilità delle imprese in appalto. In qualsiasi caso, la Cgil ribadisce che nel terzo millennio non si può ancora morire di lavoro e porterà avanti in tutte le sedi il diritto dei lavoratori e dei cittadini ad avere delle aziende che rispettino la vita, la dignità e la sicurezza di tutti. Anche in questo caso, la Cgil è vicina alla famiglia ed è a disposizione per risolvere le pratiche legali e previdenziali", conclude il sindacato.